Il fenomeno delle morti improvvise e lo scompenso cardiaco: un convegno in Sicilia

Dietro le morti improvvise di cui ultimamente si parla spesso, nella maggior parte dei casi si nasconde lo spettro dell’insufficienza cardiaca.

Questa è l’incapacità del cuore di pompare abbastanza unità di sangue per fornire l’ossigeno necessario ai tessuti e agli organi. La patologia è aumentata notevolmente in Italia, colpendo più di un milione di italiani, di cui almeno il 20% ha più di 80 anni, con conseguenze sanitarie significative e rappresentando la principale causa di ricovero ospedaliero nelle persone con più di 65 anni.

Se ne parlerà all’evento scientifico “Scompenso cardiaco 2024, stato dell’arte e prospettive future” venerdì 16 e sabato 17 febbraio presso Hotel Plaza Catania, viale Ruggero di Lauria, 43. Fornito e organizzato dalla Segreteria del Gruppo Biba.

“Lo scompenso cardiaco – commenta Alessio La Manna, cardiologo direttore dell’unità operativa complessa di Cardiologia dell’ospedale San Marco di Catania e organizzatore dell’evento – se non viene curato con le terapie appropriate è mortale nella metà dei casi, entro cinque anni dalla diagnosi. Diverse sono le patologie cardiache che possono evolvere verso lo scompenso cardiaco e diventa fondamentale un intervento precoce per impedire il peggio”.

Ecco i temi trattati durante il convegno: la terapia elettrica dello scompenso, i farmaci innovativi, i cosiddetti pilastri della terapia dello scompenso cardiaco che, se usati in modo corretto, possono contribuire a prolungare la vita dei pazienti di 8 anni per gli over 50 ed oltre e di 6 anni negli over 65.

Particolare attenzione sarà data al tema “Imaging cardiaco” ed alle metodiche diagnostiche usate per il paziente scompensato: ecocardiografia, risonanza magnetica cardiaca nonché l’impianto del dispositivo cardioverter defibrillatore che è utile per prevenire la morte cardiaca improvvisa.

Un altro aspetto che verrà trattato riguarda la telemedicina come fattore fondamentale per migliorare la gestione dei pazienti con insufficienza cardiaca cronica, sia attraverso modelli già applicati a livello regionale, sia attraverso nuove reti che stanno per diventare operative. I percorsi di cura post-dimissione sono fondamentali per la gestione del paziente a casa o a livello locale, riducendo la necessità di riammissione e prolungando la sopravvivenza del paziente.

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