Incendi, non è tardi per la prevenzione

 

incendiIl pericolo di nuovi incendi alle porte della stagione estiva continua a preoccupare i cittadini. Troppo spesso e con eccessiva semplicità i criminali del fuoco sono riusciti ad appiccarli nelle zone boschive che sovrastano i nostri comuni. Ad essere coinvolte non solo le Madonie, ma anche i Nebrodi. Di fronte a questi eventi ci siamo ritrovati sempre a contrastare le fiamme con difficoltà, scarsità di mezzi e soprattutto pagando il prezzo della mancanza di prevenzione. La macchina antincendio a terra infatti partirà con una campagna di prevenzione solo il prossimo 15 giugno, in evidente ritardo rispetto alle esigenze imposte dalle temperatura della nostra regione e considerati gli incendi avvenuti tra aprile e maggio, a ragione di una pianificazione insufficiente e ritardataria.

La prevenzione non può essere una casella da riempire allo scoccare del solstizio: il territorio urla il bisogno di costanti attenzioni. Sotto le difficoltà di superficie si scoprono i tanti rallentamenti e le operazioni che la politica regionale tenta di attuare: a palazzo d’Orleans è stata da poco approvata la Finanziaria che consentirebbe il pagamento degli stipendi ai lavoratori forestali ed avviarne così il servizio. La presenza di uomini a terra è necessaria per il monitoraggio dei boschi, in particolare nelle giornate con clima a rischio. Ad aggravare ulteriormente la gestione del sistema è il blocco dei fondi ARS che determina lo scarso utilizzo dei mezzi o dei soccorritori; per i servizi aerei la convenzione risulta scaduta e non si sa con certezza su quanti e quali mezzi poter fare affidamento.

Ai vigili del fuoco resta il carico degli interventi, con i relativi tempi di raggiungimento delle zone coinvolte dal fuoco rispetto alla distanza dalla stazione base. Anticipare i lavori di sottobosco è una strategia irrinunciabile per dare una risposta forte e immediata al fenomeno incendi, in gioco c’è la terra che è pane per molti siciliani e la bellezza di un patrimonio naturale che va difeso. Eludere questo impegno sarebbe sintomo di una politica cieca e accomodante.

Sofia D’arrigo

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