Ancora una volta è Palermo ad avere la maglia nera. Questa volta si tratta del mancato pagamento della storica tassa sui rifiuti, la Tarsu. Da un indagine congiunta della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e del Consorzio nazionale per il recupero di carta e cartone, emergono dati allarmanti per tutte le città del sud, per quanto riguarda l’andamento della raccolta differenziata e il pagamento delle tariffe di gestione dei rifiuti.
Con la crescente difficoltà delle famiglie a far fronte alle spese, cresce di pari passo anche la difficoltà delle amministrazioni locali sulla riscossione: nonostante infatti nel capoluogo siciliano le famiglie paghino in media meno che in altre grandi città del meridione (218 euro nel 2012), proprio a Palermo la Tarsu ha un tasso di insolvenza pari all’86 %.
Anche per quanto riguarda la raccolta differenziata, i dati sono di gran lunga inferiori che in altre realtà simili; mentre a Salerno la tassa viene in larga parte pagata e raccolta e gestione dei rifiuti funzionano, a Palermo e Trapani i cittadini producono più di rifiuti che in ogni altra città, con ben 472 kg di spazzatura prodotta in media da ognuno, la raccolta differenziata non esiste, e la gestione dei rifiuti è sempre più problematica. Non stupiscono quindi le ricorrenti notizie sullo stato di degrado in cui versa la città di Palermo, da tempo ormai invasa da rifiuti e da discariche abusive.
Le strade ripulite dopo diversi solleciti tornano allo stato di abbandono in pochissime ore, e le sanzioni emesse dalla Polizia locale per il deposito di rifiuti fuori dai cassonetti non hanno fatto da deterrente. Il problema si è aggravato a tal punto che anche le storiche fontane cittadine vengono utilizzate come cassonetti improvvisati. I comportamenti dei privati quindi, soprattutto per l’abbandono di rifiuti ingombranti o che andrebbero smaltiti con cautela, non fanno che aggravare la situazione già difficile dovuta all’inefficienza delle società di raccolta.