Protestano i dipendenti dell’Istituto Sordomuti di Palermo

Una protesta simbolica quella dei dipendenti dell’ex Istituto Statale Sordomuti di Palermo, oggi Iridas, estenuati da una situazione di stallo che sembra non giungere ad alcuna soluzione. Da ben 15 mesi i dipendenti dell’ente regionale non percepiscono stipendi e non sono bastati gli impegni presi dalla Regione per saldare tutti gli arretrati. Ad oggi i 15 lavoratori sono costretti ad andare avanti appoggiandosi esclusivamente alle loro famiglie.

L’ente palermitano da più di quattro anni ha sospeso tutte le attività, costringendo il personale a trascorrere le ore, teoricamente lavorative, bivaccando tra i corridoi di una struttura ormai fatiscente.

La protesta è iniziata due giorni fa con un manichino decapitato e una bara di cartone a grandezza naturale appesi alla facciata dell’istituto di via Cavour. Un gesto plateale per denunciare la disperazione dei dipendenti consapevoli dell’incertezza del loro futuro lavorativo.

La Regione si era inoltre impegnata a ricollocare il personale in un altro ente, ma sembra un’operazione troppo complessa. “La dirigente Anna Rosa Corsello” – ha dichiarato Giacomo Giamporcaro, dipendente dell’ente – “a febbraio ci aveva promesso che la nostra situazione sarebbe stata risolta in 10 giorni, grazie all’accorpamento con l’istituto dei ciechi Florio Salamone, invece siamo ancora qui”.

Un’attesa lunga e snervante e la sensazione dei lavoratori di essere stati completamente abbandonati da tutti, persino da chi dovrebbe tutelarli.

“Solamente parole, pochi fatti” – ha aggiunto Giamporcaro – “abbiamo fatto anche dei decreti ingiuntivi e neanche ci vengono corrisposte le somme che ci ha aggiudicato un giudice con sentenza esecutiva”. “Abbiamo inviato una lettera di diffida” – ha affermato Mariano Cavallaro, dipendente Iridas – “a cui seguirà un esposto alla Procura della Repubblica, per capire chi ha la responsabilità della mancata erogazione delle retribuzioni delle sentenze vinte”.

E come se non bastasse, tra pochi giorni scadrà il mandato del commissario ad acta Mario Medaglia e non sono stati ancora fatti provvedimenti per garantire la continuità dell’ente.

I dipendenti, disperati e stanchi, chiedono lo sblocco delle mensilità e la messa in liquidazione dell’Iridas o almeno il suo rilancio. Continueranno la loro protesta fino a quando non riceveranno delle risposte concrete atte a risolvere la loro disagevole condizione.

Ancora una volta preme ricordare che i Padri della Costituzione Italiana si sono impegnati per garantire un ampio spazio ai diritti dei lavoratori, promuovendo il diritto al lavoro come espressione di dignità e progresso materiale e spirituale della società, assicurando una retribuzione sufficiente ad un’esistenza libera e dignitosa.

 

Valentina Nicastro

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