Palermo apre le porte di Palazzo Mirto

Una passeggiata tra le vie del centro storico di Palermo ci conduce davanti ad un antico palazzo nobiliare, un tempo appartenuto alla famiglia Filangeri. L’ingresso si apre in un Palermo_Palazzo_Mirto_08grande atrio da cui accediamo ad una lunga e bianca scalinata in marmo. Un cerimoniere con la livrea delle grandi occasioni batte il bastone di ebano sul pavimento annunciando l’arrivo degli ospiti ed introducendoci nelle stanze di rappresentanza. Ad ogni gradino una musica, proveniente dalle stanze del piano di sopra, suonata da un pianoforte accordato di recente si fa sempre più forte. Ad accoglierci un gran numero di servitù con vassoi carichi di ordinate bevande. Un profumo acre di agrumi di Sicilia inebria l’aria, mischiato ad un forte odore di sigari. Una cortina di velluto si apre e la sala da ballo si mostra proprio davanti ai nostri occhi. Un turbinio di movimenti, imponenti arazzi pendono giù dai soffitti, un grande e luccicante lampadario in vetro di murano e un pianoforte suona una ormai dimenticata musica lontana. Le ampie vesti della dame strisciano sui pavimenti messi a lucido e dalla grande finestra sulla terrazza, un luccichio di acqua sgorga dalla fontana di conchiglie. Gli affreschi in trompe l’oeil sembrano avvicinarsi e toccare ogni visitatore e le porcellane di Meissen, perfettamente disposte nelle vetrine, risplendono di un bianco ancora acceso dando l’impressione di far prendere vita ai variopinti uccelli dipinti su di esse. I soffitti affrescati, gli oggetti realizzati con pregiati gusci di tartaruga, gli orologi a pendolo, i grandi ritratti degli antenati, il baldacchino col trono e un piccolo salotto in stile cinese voluto dalla figlia dell’aristocratico signore, gli specchi appesi alle pareti in cui si disegnano i volti degli ospiti confondendosi con i quadri dalle cornici imperiose. Tra i visi della nobiltà partecipante scorgiamo quelli della leggendaria famiglia Filangeri, persino il principe di Salina e Tancredi Falconeri stasera sono presenti al grande ballo. Gli uomini si attardano nella fumoir, in attesa di un segnale da parte delle dame imbellettate. Un volteggio dei colorati ventagli e il messaggio codificato è reso chiaro ad ogni partecipante. Ammaliati da tanto splendore ed incantati da un luogo così surreale, proseguiamo il cammino nelle altre sale, giungendo alle stanze private della famiglia, aperte per la grande occasione. Shakespeare, Foscolo, Parini sono poggiati sui vistosi scaffali della biblioteca, tra le pagine fragili e ingiallite e le copertine ormai rovinate. Uno scrittoio finemente intagliato e ricco di cassettini segreti attende la mano che vi si poggerà per scrivere una delicata e appassionata missiva. Un accompagnatore ci scorta lungo una stretta scalinata illuminata dalle sole finestre circolari che si stagliano sulle pareti esterne dell’edificio. Il nero rigoglioso delle carrozze dei Filangeri sovrasta il magazzino al quale approdiamo, spingendoci verso le altrettanto sfarzose scuderie.

La musica risuona ancora nelle nostre orecchie e gli occhi lucidi di emozione ritrovano la luce naturale di una giornata che volge al tramonto. Il nostro piccolo accompagnatore ci comunica che la visita al palazzo Mirto si è appena conclusa. Il suono della rumorosa e caotica città fuori dal palazzo ci desta da un incantevole sogno e il ritorno alla realtà è crudele ed insensibile. Ritroviamo l’atrio colmo di ragazzini delle scuole di Palermo che, per l’iniziativa “Palermo apre le porte. La scuola adotta la città”, si improvvisano ciceroni in alcuni tra i più suggestivi scenari cittadini. Raggiungiamo l’uscita colmi di entusiasmo e certi che torneremo a viaggiare su questa macchina del tempo che ci porterà chissà dove.

Palermo oggi ci ha aperto le sue porte, facendo scoprire, ad una palermitana come me, uno scorcio della sua città a lei del tutto sconosciuto e mostrandole quanto questa sua stessa città possa donare tanto a chi è pronto ad accoglierla scevro dei preconcetti e pregiudizi che per troppo tempo ne hanno infestato l’aria.

 

Valentina Nicastro

                                                                                                              13/05/2013

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