“Sparuta minoranza di poveretti”, così Musumeci liquida chi è contrario all’assessorato leghista

Si stanno consumando ore drammatiche per la democrazia

La polemica nasce su Facebook su una pagina creata ad hoc “No Beni Culturali alla Lega Nord – Musumci Dimettiti”.
In questa faccenda c’entra poco il partito fondato da Bossi e il giornalista Alberto Samonà: i primi, piaccia o non piaccia hanno preso tanti voti anche in terra di Trinacria, il secondo dimostrerà il suo valore sul campo. Il resto sono pregiudizi.

Il commento di Musumeci sui mal di pancia per l’assessore in quota lega

“Mi dispiace che in questa pagina una sparuta minoranza, ma quale mobilitazione? Abbiamo cinque milioni di siciliani. La gente perbene non parla, sta a casa. Ma quale mobilitazione, sono quei gruppi, poveretti, alcuni anche con problemi personali penso, familiari. Perchè anch’io ho fatto il politico del dissenso ma non si può mai pensare di sequestrare la democrazia”. “Come si fa a dire al Presidente della Regione –afferma Musumeci – eletto democraticamente da circa un milione di siciliani, dire tu non devi nominare un assessore di quel partito? Come si fa? Che pagina triste!”  E sul neo assessore: “un giovane palermitano, un giornalista perbene, un figlio di famiglia, un innamorato di questa terra, solo perchè ha una tessera di partito, che poi è il primo partito in Italia”.
Musumeci parla di sequestro della democrazia, lo stesso che attacca frontalmente i suoi oppositori entrando nel personale e infangandoli. Lo stesso che, anche a detta dell’On Lupo, attenta alla democrazia del parlamento siciliano proponendo l’abolizione del voto segreto. No, non è coerenza il voto palese, non è più corretto. Questa è l’impostura che propone chi vuole far sentire il fiato sul collo su chi deve esprimersi liberamente.
Lupo afferma: “il Parlamento si autoregola e il Presidente della Regione non detta le regole al Parlamento. E’ un atteggiamento  – quello di Musumeci ndr -inaccettabile ed antidemocratico”. Lupo sulla questione chiosa “i parlamenti soggetti all’esecutivo che ne detta le regole sono tipici dei regimi totalitari”.

Un altro passo indietro per la democrazia

Singolare anche l’enfasi che ricorrentemente pone Musumeci sull’estrazione sociale del neo assessore.
Il governatore siciliano, pochi  giorni fa disse su Alberto Samonà “Appartiene ad una illustre famiglia di architetti e studiosi della tradizione popolare siciliana”, affermazione vera – i Samonà sono un’illustre famiglia aristocratica siciliana. Affermazione vera, appunto, quanto classista. Adesso Musumeci se possibile rincara la dose, definendolo “un figlio di famiglia”.
Quindi, addio alla democrazia e al suffragio universale per come lo conosciamo e un caloroso benvenuto alla ‘Camera dei Lord’ alla siciliana.
In effetti Musumeci, nella sua ristretta cerchia non annovera nessuno che potrebbe appartenere alla ‘Camera dei comuni’ – continuando il paragone col parlamento inglese. Famiglie di illustrissimi avvocati, accademici, e medici di spicco. A cui adesso s’aggiunge un altro po’ di sangue blu made in Samonà.
Musumeci, scegliendosi questo entourage, oltre a farsi beffe del principio di rappresentanza contraddice sé stesso quando afferma di ‘avere il voto di un milione di siciliani’. E’ difficile pensare che quel milione di elettori si senta rappresentato da persone lontane anni luce da loro. In primis per questioni di ‘stirpe’.
Musumeci, coi fatti e con le sue affermazioni, dimostra di aver insediato un governo di maggiorenti, di notabili. Non un governo del popolo. Facendosi dunque beffe dei tanti voti ricevuti ‘dal basso’.

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