Sacramenti scontati e idoneità senza impegno. Nel giorno dei saldi pazzi, anche la parrocchia si adegua alle esigenze di mercato. Mentre spopola il black friday, online e anche nei negozi, c’è spazio per alcune amare riflessioni.
Questa mattina, don Giuseppe Amato, parroco di Pollina e Finale, ha pubblicato sui suoi social una locandina contenente le voci dei pezzi in sconto solo per oggi: “Black Friday in parrocchia”.
Preparazione ai sacramenti in un anno, anziché due, ma salvo altri impegni: danza, calcetto, palestra; idoneità dei padrini e delle madrine senza nessun impegno; buoni cristiani a giorni alterni, escluso domeniche e festivi; esonero dai gesti di carità e accoglienza verso poveri e stranieri; a scelta preghiera del mattino e della sera, ma quella prima dei pasti non è necessaria.
Non un’ironia fine a se stessa: “Oggi consideriamo la fede come qualcosa a cui fare sconto continuamente – ci spiega don Giuseppe – sulla nostra formazione, sul nostro ruolo di cristiani, persino alle cose più elementari come la partecipazione alla messa o la preghiera personale”.
C’è un tono di rammarico, ma che non si piega ancora allo stato dei fatti. I moniti da ‘parroco’ possono risultare fuori tempo e remoti ormai, in un momento storico mai così privo di riferimenti e valori. Il Black Friday è solo l’ultimo abuso di un fenomeno dilagante che ci vuole consumatori acritici in una società in cui l’individuo resta passivo e imbrigliato nei meccanismi di cui il mercato è lo specchio più evidente.
Sofia D’Arrigo