Cefalù, continua la schiusa di delle uova di tartaruga: parola all’esperto

A seguito dei lieti eventi che hanno visto protagonista la spiaggia di Cefalù – da lunedì circa 70 piccole tartarughine sono nate nell’arenile del lungomare – la redazione di Cefalù Web ha posto delle domande al Dottore Salvatore Dara, responsabile del CRETAM dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Sicilia.

D: Dottore Dara,  è notizia di pochi giorni fa la schiusa di almeno 70 uova di tartarughe Caretta caretta nel lungomare di Cefalù avvenuta proprio tra gli ombrelloni di un lido. Quale provvedimenti andrebbero presi? È possibile che ci siano altre uova che debbono ancora schiudersi?

R: E’ probabile che vi siano altre uova che devono ancora schiudersi, ma non è stato ancora individuato il nido. Il tratto di spiaggia dove sono state viste le piccole tartarughe e accompagnate verso il mare, è sorvegliato da giorni dalla Capitaneria di Porto di Cefalù e dai volontari del Progetto Tartarughe del WWF Sicilia Nord Occidentale. 

Inoltre si sta riscontrando una grande collaborazione dei gestori dei due lidi vicini in cui ricade il tratto di spiaggia in questione, oltre che una particolare attenzione all’evento da parte dell’amministrazione comunale di Cefalù, sempre molto sensibile alle tematiche ambientali.

Generalmente le tartarughe depongono le uova nelle ore notturne per diminuire i rischi di predazione. Si suppone che la tartaruga madre le abbia deposte ai primi di luglio. I piccoli, alla schiusa, raggiungono il mare seguendo i bagliori delle luci naturali ed aggirano eventuali ostacoli presenti sul loro percorso; ed è proprio per questa ragione che andrebbero limitata l’emissione di luce artificiale nelle ore notturne, nelle zone limitrofe l’arenile. Sarebbe consigliato il monitoraggio notturno dell’arenile con delle torce, che non disturbano i piccoli e che possono essere  un riferimento per i piccoli aiutandoli nel raggiungimento della riva e l’ingresso in acqua. 

D: Cosa significa, in termini di biodiversità, la scelta dell’arenile cefaludese e quali le corrette misure da adottare nel medio lungo periodo?

Una spiaggia scelta da una tartaruga per nidificare è una spiaggia fortunata e il mare è un mare pulito. La tutela dell’ambiente naturale, la  pulizia degli arenili ed il corretto uso delle spiagge sono caratteristiche che possono rendere più Tartafriendly i lidi e gli stabilimenti balneari. Le regole da osservare sono veramente poche  per avere arenili più accoglienti e più gradevoli per questi preziosi animali.  Inoltre, gli abitanti ed i turisti potranno godere di un luogo scelto da questi animali proprio per le sue caratteristiche, per l’elevata qualità ambientale e la corretta  gestione di quanti operano su quella spiaggia.

D:Alla luce di quanto accaduto, come si inquadra l’annuale rilascio – sempre sullo stesso tratto di spiaggia – di esemplari adulti?

L’annuale rilascio delle tartarughe marine che si svolge a Cefalù in occasione dell’Earth Day, coordinato dall’IZS di Palermo, va sicuramente inquadrato come un’importante iniziativa di sensibilizzazione ambientale per promuovere il rispetto delle creature marine. È comunque un evento che si svolge in diverse località costiere e che coinvolge ogni volta centinaia di adulti e bambini, oltre a enti pubblici e associazioni varie. Per il prossimo anno a Cefalù avverrà in collaborazione anche con WWF Sicilia e Marevivo Sicilia.

In realtà le tartarughe tornano a deporre le uova nella spiaggia dove, probabilmente, sono nate. Questi animali hanno infatti un’eccezionale capacità di ritrovare la spiaggia di origine, dopo migrazioni in cui percorrono anche migliaia di chilometri. 

Alcuni studi hanno dimostrato che le piccole appena nate sono capaci di immagazzinare le coordinate geomagnetiche del nido ed altre caratteristiche ambientali che consentono un imprinting della zona di origine.

D: Ci sono, a Suo avviso, i presupposti per creare un’area protetta, o – allo stato delle cose – va inquadrato come un evento sporadico?

Se sia un evento sporadico solo il tempo potrà dirlo. Andrebbero comunque promossi comportamenti responsabili da parte dei turisti e dei bagnanti. Sarebbe inoltre auspicabile un maggiore coinvolgimento dei gestori degli stabilimenti balneari che sono i migliori guardiani dei nostri arenili. Ed in quest’ottica l’IZS della Sicilia si rende disponibile alle Amministrazioni Comunali per collaborare alla realizzazione di eventi formativi ed informativi riguardanti la salvaguardia e la tutela delle tartarughe marine.

Ottime notizie dunque sul fronte della fauna marina e della biodiversità, nondimeno, come segnala il Dott. Dara – che ringraziamo per la disponibilità – la scelta della nostra costa, vale più di tanti certificati e attestati rilasciati dall’uomo.  Speriamo adesso che chi di dovere, come sta già facendo, continui il percorso per la tutela della biodiversità e, chi lo sa, riuscire ad avere una spiaggia tartafriendly a Cefalù.
Un plauso – da parte degli scriventi – ai gestori dei lidi, alla Capitaneria di Porto e all’amministrazione di Cefalù.

Davide Bellavia

 

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