E’ ancora buio sul nuovo piano industriale Blutec

E’ stato aggiornato al prossimo 12 giugno l’incontro al Mise per affrontare il nuovo piano industriale proposto da Blutec per l’area ex Fiat di Termini Imerese.

Oggi ad incontrarsi a Roma sono stati l’imprenditore torinese Ginatta, proprietario di Blutec, i funzionari di Invitalia, il dottore Castano in rappresentanza del Ministero, le rappresentanze sindacali e il sindaco di Termini Imerese Giunta.

L’azienda ha portato sul tavolo un nuovo piano industriale che presenta un anno di ritardo rispetto a quello originario che prevedeva la riassunzione di tutte le tute blu ex Fiat entro la fine del 2018.

Sulle novità, che potrebbero anche essere allettanti, si pensa, infatti, alla riconversione elettrica di Doblò e Ducato, pesa come un macigno il nodo del contenzioso Blutec – Invitalia per la restituzione dei circa 20.000 milioni di euro da parte dell’azienda torinese allo Stato. Il piano di rientro non ha però ancora trovato riscontri.

“Prendo atto dei piccoli passi avanti effettuati,  – ha dichiarato Giunta – ritengo, tuttavia che il progetto di reindustrializzazione non possa, ad oggi essere del tutto garantito. Vi sono ancora troppi aspetti da chiarire e soprattutto individuare il ruolo di Fca che non può sottrarsi alle proprie gravi responsabilità. Fiat/Fca devono tornare al tavolo del Mise e farsi garanti dell’accordo sottoscritto il 22.12.2014. Non dimentichiamo che il 2019 si avvicina e senza un serio piano industriale non potremo richiedere la cassa integrazione per un ulteriore anno. In ultimo – ha concluso il primo cittadino – ma non per ordine di importanza, voglio sottolineare la grave situazione che vivono i ragazzi dell’indotto, privi, ad oggi, di reali garanzie per l’immediato futuro“.

Critici anche i sindacati che sembra abbiano perso fiducia nei confronti dei propri interlocutori.

“Prendiamo atto dei progetti che l’azienda anche oggi ha illustrato, aggiungendo alcune novità, ma che sono tutti da verificare, per permettere il ritorno al lavoro non solo degli occupati diretti ma anche ai circa 300 lavoratori dell’indotto, così come da impegni presi nell’accordo del 22 dicembre 2014 – hanno detto Roberto Mastrosimone e Francesco Percuoco di Fiom – non è più possibile perdere tempo da troppi anni i lavoratori aspettano risposte. Nel prossimo incontro è necessario che ci siano soluzioni definitive sia dal punto di vista del contenzioso sulla restituzione del prestito, sia da quello dell’avvio del finanziamento per il progetto di reindustrializzazione.”

Della stessa opinione anche i rappresentanti della Uilm.

“Purtroppo  si è trattato di un incontro interlocutorio – hanno detto Gianluca Ficco e Vincenzo Comella sindacalisti della Uilm – abbiamo tre incognite da sciogliere: la soluzione positiva della discussione con Invitalia, la verifica della sostenibilità del piano industriale con un nuovo contratto di sviluppo, il riconoscimento degli ammortizzatori sociali anche nel 2019”.

 

 

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