Contrattazione Forestali: si pensi ai diritti dei lavoratori

Sembra che, dopo tanti anni di attesa ci si possa sedere attorno ad un tavolo e parlare seriamente dei problemi dei lavoratori. Un tavolo a cui i confederali debbono avere risposte del governo e dare essi stessi risposte ai lavoratori,impartendo precisi punti che devono essere dei principi basilari per iniziare un percorso comune, anche perché l’indice di gradimento verso la categoria è ridotta al lumicino. Categoria su cui tanto si può continuare a costruire in virtù delle potenzialità che la forza lavorativa prospetta in ottica futura in un percorso comune a tutti ,visto che il tutto si sta lentamente affievolendo durante questo lungo percorso lavorativo e di attesa, ove la maggior parte resta a guardare, e insicuri di un futuro tutto da decifrare.

Si debbono affrontare tanti problemi e situazioni interne che debbono essere rivalutate, riviste e discusse , prendendo come punto di riferimento la questione tecnico-economica a cui i tanti forestali vivono giornalmente. Partire dagli stipendi, dal chilometraggio,dal contratto, per arrivare all’aumento delle giornate, chiodo cardine e vitale per il proseguimento della vita lavorativa forestale. Non si può continuare con le misere 78 o 101 giornate su 365 giorni l’anno, con famiglie allo sbando e monoreddito insufficiente per migliaia di nuclei familiari. I tempi e le singole situazioni di ogni operaio sono da cardiopalma e giustamente non si chiede di aver solo soldi , ma di guadagnarli tranquillamente durante il percorso di ogni singolo lavoratore.

Si chiede un rispetto della persona, un rispetto per il lavoro che l’operaio svolge , e questo deve essere discusso e messo in atto, battendo i pugni sul tavolo di contrattazione ove i sindacati devono reagire a questa lenta agonia che si è portata avanti sin d’ oggi, senza esser riconosciuti in ambito visivo anche nazionale anche se , “confortati” da comunicati o parole di facciata che possono susseguirsi giornalmente. Basta parole e basta proclami, la carta e il parlare scivola sulla pelle di ogni forestale, visti i tanti problemi che il comparto deve affrontare. Punti da discutere anche sfavore (giustamente), come il permesso di 1 o 2 ore per scambiare l’assegno che non esiste più visto l’accredito che vive e vegeta per tutti.

Situazioni che si sono diversificate da distretto a distretto, ma che sono a “libera interpretazione” visto che è stato applicato anche guardando il contratto vecchio in corso e/o attenendosi a quello. Gli incontri dell’8 e del 13 marzo devono essere affrontati con il coltello fra i denti dai confederali, mettendo i punti sulle “i”, in ottica che, dall’altra parte della barricata si tirerà al risparmio e con le solite parole di attesa da parte del governo, cercando di evitare di ripetere la carta straccia del 2009,dove gli stessi confederali e il governo hanno sottoscritto una carta inutile e incostituzionale, visti i risultati di questi giorni, ma sottoscrivere diritti e doveri che dovranno durare a lungo, vivendoli serenamente,in modo chiaro e comprensibili per una classe sociale che ha già aspettato abbastanza.

Antonio David

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