Protesta dei pescatori al porto di Termini Imerese

Sta coinvolgendo anche i pescatori di Termini Imerese e Cefalù la protesta che nasce dall’inasprimento delle sanzioni nelle normative relative alla pesca di tonno e spada contenuto nella legge 154/2016, per effetto dell’applicazione di regole dell’Unione Europea.

Mentre le manifestazioni continuano davanti alle porte di Montecitorio, a Roma, chiedendo a gran voce un incontro tra i rappresentanti e il ministro Martina, anche le cooperative di Himera, Euro Pesca, La Folgore, Vespucci partecipano al coro di dissenso da circa una settimana contro queste novità.  Gli operatori del comparto vorrebbero “Abolire legge 154/2016” . Impossibilitati a raggiungere la capitale, per via della mancanze di risorse economiche, insistono in particolare sulla modifica dell’articolo 39, che prevede appunto sanzioni pesanti per lo sbarco e messa in commercio del pescato sotto taglia minima.

“I numeri che hanno innescato la protesta dei pescatori – ha detto Salvatore Moncada, di Rinnovamento per l’Italia – riguardano multe salate e la rigidità delle norme UE; licenze complicate esasperano una marineria alla deriva”. Oltre a Termini, sono coinvolte anche le marinerie di Trabia e Cefalù, per le quali si chiede “che venga arrecata la modifica alla legge 154. Troppe ristrettezze – conclude Moncada – fanno sì che i nostri pescatori e le nostre marinerie muoiano di fame”.

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