Parroco di Pollina e Finale: serve una conversione pastorale

parroco di pollinaPollina e Finale, due Comunità, due storie, pochi punti di contatto e adesso un solo Parroco:come convergere?

Sicuramente questo sarà l’aspetto più arduo del mio ministero nelle due Comunità di Pollina e Finale. Pollina, una Comunità salda, dall’identità ben definita ma che vede impoverirsi giorno dopo giorno il tessuto sociale a causa dello spopolamento e dell’invecchiamento degli abitanti, Finale una comunità giovane, ma molto eterogenea e con gruppi numerosi provenienti da altri paesi. Tuttavia, sono sicuro che con l’intelligenza e la predisposizione di tutti troveremo  una sintesi. Penso che quella che ci aspetta sia una sfida a cui tutta la Chiesa è chiamata a rispondere e questo implica una conversione pastorale e culturale che presto non sarà più un’ eccezione ma uno stile in cui i laici lavoreranno responsabilmente per aiutare i sacerdoti la cui presenza sarà sempre più esigua nell’annuncio del Vangelo al di là dei confini territoriali. Alcuni momenti di convergenza credo che saranno sicuramente quelli formativi delle diverse realtà parrocchiali, degli operatori pastorali, a partire dalla prossima apertura della Scuola Teologica Diocesana che vedrà Pollina e Finale riuniti in un unico centro.Un’altra occasione sarà data dal lavoro che svolgeranno i consigli pastorali in seduta congiunta di studio, analisi delle esigenze del territorio per dare risposte concrete alla diverse richieste che giungono dalle nostre Comunità parrocchiali. E infine il momento culminante ma anche di proposta e di confronto saranno le assemblee parrocchiali che, ho avuto modo di sperimentare, rivestono un ruolo importante e di corresponsabilità di tutti. Per questa fase penso che il motto possa essere: partiamo da ciò che ci unisce e non da ciò che ci divide.

In che modo può attuarsi a Pollina e Finale quella “Chiesa in uscita” che Papa Francesco indica costantemente?

Innanzitutto potremmo usare una frase erroneamente attribuita a papa Francesco ma che fu di un grande politico e uomo di fede, Giorgio La Pira che nel 1970 scriveva a Paolo VI: “Unificare il mondo: ecco il problema -unico- di oggi: unificarlo facendo ovunque ponti ed abbattendo ovunque muri” . Sebbene La Pira parlasse di sistemi molto più alti, a noi interessa la predisposizione all’accoglienza di qualsiasi genere di diversità. Nello stesso tempo non dobbiamo sottovalutare il fatto che i giovani, gli adulti, la politica, i movimenti sociali e culturali ci chiedono una presenza consapevole, critica e responsabile nei loro luoghi di vita, di lavoro, di svago. 

parroco di pollinaA 36 anni è parroco per la seconda volta: che cosa ha messo nel suo bagaglio da viaggio?

Beh innanzitutto l’affetto, la stima e la gratitudine di tanta gente. Ho messo l’emozione di aver lasciato ancora una volta Campofelice di Roccella, dove sono stato Vice Parroco due volte anche se in tempi ben distinti, ma lì ormai mi sento a casa. Ho messo un pò di saggezza in più rispetto ai primi anni della mia vita sacerdotale, senza però “mortificare” la mia esuberanza e la mia vitalità, il mio spirito critico e la mia passione per il mondo, la mia “presunzione” che, come diceva Don Milani: “A volte ci farà sbatter il muso, ma nello stesso tempo ci avrà fatto andare avanti, avremo camminato, perché non c’è cosa peggiore che restare fermi”. Credo di arrivare a Pollina e Finale con la consapevolezza che, oggi più che mai, dobbiamo avere una visione a 360° della nostra missione senza paure, senza incertezze, ma nella continua consapevolezza che siamo solo strumenti nelle mani dello Spirito, noi passiamo ma le Comunità restano e allora dobbiamo lavorare infaticabilmente per la crescita delle nostre Comunità.

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