Incendi, i colori del giorno dopo

incendioLe fiamme hanno avvolto le basse Madonie nella giornata di ieri, giungendo fino al cuore pulsante di un territorio ormai in ginocchio. La furia del fuoco contro la disperazione umana, Davide contro Golia: è stata questa l’estenuante battaglia che si è consumata fra le fronde verdi sopra Lascari e Gratteri, intorno a Collesano e giù fino al mare. Minacciose si sono addentrate a Cefalù e ora, tra fumo e cenere, si constatano impietosamente i danni.

Interi ettari di terreno, piccole costruzioni campestri, rifugi per animali, case e abitazioni, strutture ricettive e locali: non resta più nulla. In una disperata corsa contro il tempo famiglie e gruppi improvvisati si sono riuniti per salvare il salvabile, rischiando la propria pelle. Tra i civili non si contano feriti gravi, unica magra consolazione, che nell’animo – lo immaginiamo – sono tutti distrutti. I vigili del fuoco, la protezione civile e quanti a vario titolo sono accorsi, hanno fatto del loro meglio per contrastare l’avanzare delle fiamme, ma il vento di scirocco, così tipicamente siciliano, così tipicamente nostro, ha reso tutto tutto più difficile.

“Scipio” è arrivato nella notte, nel silenzio e la miseria umana ha poi dato inizio a tutto. Non ci sono altre cause da ricercare, nè storie da raccontare: è uno scenario fin troppo puntuale e pertanto prevedibile. Gli incendi si potevano evitare, è la verità che campeggia il giorno dopo. Il popolo siciliano si rialzerà perchè è nella sua natura, se necessario ripianterà ogni singolo albero bruciato, perchè il nero non si addice alle sue alture, è solo l’attributo che alcuni vogliono per il nostro futuro.

 

Sofia D’Arrigo

 

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