Azzerato il mandamento di San Mauro Castelverde

mandamento di san mauro pusher perquisizione spedizione punitivaNella mattinata odierna, in tutta la provincia di Palermo, i Carabinieri della Compagnia di Termini Imerese, nel corso di un’operazione congiunta hanno dato esecuzione a 33 ordinanze di custodia cautelare (24 in carcere e 9 agli arresti domiciliari) nei confronti di altrettanti soggetti, accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, nonché di estorsione, furto, rapina, illecita detenzione di armi, intestazione fittizia di beni e trasferimento fraudolento di valori, reati aggravati dall’agevolazione dell’attività del sodalizio mafioso. Contestualmente sono stati sequestrati il capitale sociale ed i beni aziendali di una società e di un’impresa individuale, riconducibili ai capi mandamento di Trabia e San Mauro Castelverde, per un valore complessivo di 1,5 milioni di euro.

Le indagini hanno permesso di ricostruire in maniera chiara e dettagliata i nuovi organigrammi dei due storici mandamenti mafiosi di Trabia e San Mauro Castelverde, con l’individuazione dei reggenti e degli affiliati. Più in particolare, è stato documentato il ruolo di vertice ricoperto per il mandamento di Trabia, da Diego Rinella , affiancato da Michele Modica, capo famiglia di Trabia, nella gestione operativa degli affari illeciti e nei rapporti con le dipendenti famiglie mafiose di Cerda, Caccamo e Termini Imerese, mentre per il mandamento di San Mauro Castelverde, da Francesco Bonomo, collaborato nella conduzione dei traffici delittuosi da altri componenti dell’associazione, incaricati, tra l’altro, del materiale trasporto di pizzini e messaggi verbali a reggenti e sodali delle famiglie mafiose di San Mauro Castelverde, Polizzi Generosa e Lascari.  L’operazione, frutto di prolungati sforzi investigativi, ha dunque dimostrato la progressiva riorganizzazione territoriale dell’associazione mafiosa in una vasta area della provincia, evidenziando come, coerentemente con il generale andamento di cosa nostra, i richiamati mandamenti abbiano dovuto rimodularsi a seguito delle operazioni di polizia condotte negli ultimi anni, che ne hanno decimato le fila, soprattutto tra gli elementi di vertice.

Al riguardo, rileva in particolare la precisa volontà di collocare a capo della varie famiglie mafiose gli “anziani”, ovvero gli storici capi famiglia. Più in generale, sono stati dunque riscontrati tutti gli elementi tipicamente caratterizzanti cosa nostra:  lo sfruttamento della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire la gestione ed il controllo del territorio e delle attività economiche, nonché per realizzare lauti profitti, il dovere di sostegno imprescindibile nei confronti delle famiglie degli affiliati reclusi, necessario al mantenimento del vincolo di fedeltà, il controllo del territorio di pertinenza dell’intero mandamento, e il modello operativo improntato prevalentemente alla “sommersione”, al fine di limitare quanto più possibile il ricorso ad azioni eclatanti suscettibile di attirare l’attenzione delle Forze dell’Ordine. Altro dato significativo emerso nel corso dell’indagine è l’esatta definizione della demarcazione territoriale dei mandamenti di Trabia e San Mauro Castelverde, utile a comprendere appieno l’area di competenza di ciascuna articolazione, che individua il fiume Himera come confine.

Gli affiliati, i quali, consapevoli dei rischi connessi con la presenza ed il controllo delle forze di polizia, hanno posto in essere ogni possibile stratagemma per tentare di eludere le attività investigative. L’esigenza di evitare, sempre e comunque, il contatto telefonico si è tradotta in incontri concordati di persona in posti isolati in aperta campagna, nel tentativo di scongiurare il rischio di pedinamenti ed intercettazioni audio e video. Altro espediente comunemente adottato è la pianificazione di incontri in luoghi affollati ove minore poteva essere il rischio di essere notati dalle Forze dell’Ordine. In tale quadro si deve inserire l’incontro monitorato il 4 marzo 2012 presso il porto turistico di Cefalù tra gli esponenti del mandamento di Trabia e quelli del mandamento di San Mauro Castelverde, e nel gennaio del 2013 all’interno dell’ospedale di Termini Imerese, presso l’ufficio in uso a CALDERARO Vincenzo, assistente amministrativo presso l’Ufficio Protocollo del citato nosocomio. Sotto il profilo del contrasto al circuito economico illegale ed alle fonti di illecito profitto, si segnala il sequestro preventivo dei beni intestati ai familiari dei due capi mandamento, il cui valore ammonta a circa 1,5 milioni di euro.

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