Fra palco e realtà, la Cicciuzzi’s Unable Band & I fuochi della terza età

1517575_1681826955363305_3847435845406419289_nA soli due giorni dall’uscita del singolo “I fuochi della terza età”, ho avuto il piacere di parlare con i componenti di una delle band più apprezzate delle Madonie: “La Cicciuzzi’s unable band”. Otto ragazzi che stanno facendo della loro passione uno stile di vita. I Cicciuzzi sono diventati ormai delle vere e proprie icone per che li segue. Basta assistere ad un loro concerto per rendersi conto di quanto il pubblico apprezzi la loro bravura e la loro simpatia, dimostrata anche nell’intervista di seguito. Non riempiranno ancora gli stadi, ma c’è da scommettere su un loro roseo futuro. Per visitare la loro pagina Facebook basta cliccare qui. Intanto, conosciamoli meglio.

Cicciuzzi’s unable band, La band degli incapaci di Cicciuzzi . A cosa è dovuto questo particolare nome?

Cicciuzzi è uno dei componenti del gruppo ( uno dei due sassofonisti, almeno ai tempi ci disse che lo era ). Lo abbiamo scelto come titolare per la sua faccia da capro espiatorio. I primi tempi furono duri e passare alla storia come “ quei cretini che suonano con Cicciuzzi “ sarebbe stato per gli altri sette molto più sopportabile. L’incapacità invece è un dato di fatto. Su otto solo uno studia musica a tutti gli effetti ( il grande capo Francesco ) nella prospettiva avveniristica che possa dargli un lavoro. Gli altri vivono di espedienti più o meno legali, più o meno tassabili. Può non sembrare un granché il nome, ma a quei tempi avevamo fretta di dire una cosa qualunque all’impiegato comunale all’altro capo del telefono in attesa di far stampare le locandine del nostro primo live. C’entra sempre la burocrazia. Maledetta.

11890560_1645375449008456_5677056190946418624_oQuando e come è nata l’idea di creare un gruppo musicale?

Lo Sbaglio, come lo chiamiamo noi con S maiuscola, risale al 2012 quando dettata dai fumi dell’alcool, ebbe luogo la fusione di due gruppi di genere completamente diverso: funky e rock demenziale. La demenzialità è rimasta.  Il funky ed il rock meno. Il primo pezzo che provammo fu dei Negrita, figurati.

Conosciamovi meglio! Un pregio e un difetto di ognuno di voi.

Santino:  pregio la puntualità, difetto la testardaggine.

Sandro: pregio il mio aspetto fisico, difetto il non saperci convivere.

Pio: sono troppo “ precisino “. E paranoico. Troppo precisino è il pregio.

Francesco:  pregio libertino. Difetto anarchico. O al contrario.

Cicciuzzi: sono altruista. E ritardatario. Nel senso che penso per gli altri ma quando ormai è troppo tardi.

Skric: sono pacato. Il mio difetto peggiore è l’orgoglio.

Manuel: altruista ed irascibile.

Maurizio: testardo. Poi però so anche ascoltare.

Qualche difetto doppione siamo disposti a cambiarlo con lo scudetto del Vicenza 1992.

cicciuzziChi erano i vostri cantanti preferiti da “piccoli ”? Vi siete mai ispirati a qualcuno di loro?

Anzitutto non ho capito, quanti anni mi dai? A parte gli scherzi, considera che Maurizio ( uno dei chitarristi, ndr, faccio tutto io ) non ha ancora raggiunto la maggiore età. Anagrafiche diverse significa cantanti e generi preferiti differenti e credo che sia uno dei nostri pochi punti di forza. Chi viene dal conservatorio, chi dalla banda, chi dalla diamonica suonata alle scuole medie. La diversità è  una ricchezza ma bisogna saperne approfittare. Gettare tutto nel calderone può voler dire rischiare di perdere la bussola, e forse fare cose buone. Rock, reggae, jazz e cantautorato, italiano soprattutto. Ma parlare di ispirazione mi pare azzardato. Diciamo che scriviamo cose che soddisfano noi otto, ed abbiamo pretese pressoché nulle. Alcuni per fare i fighi lo chiamano restare fedeli a sé stessi. Noi lo chiamiamo non avere altre idee alternative. Gli altri settemiliardi di abitanti del pianeta terra ci perdoneranno.

Siete diventati presto uno dei gruppi cult delle Madonie, e forse anche oltre. Perché piacete così tanto?

Ma la vera domanda è: piacciamo seriamente così tanto? Certo se lo chiedi ai nostri parenti fino al terzo quarto grado di cuginanza magari ti rispondono di sì. Alcuni hanno addirittura l’ep. Fuori di lì non saprei. Le forze dell’ordine continuano a fermarci regolarmente chiedendoci se abbiamo bevuto. Hai voglia a dirgli “ lei non sa chi sono io “. Se è vero che piacciamo NON ME LO SO SPIEGARE. IO. NANANANANA…

Come nascono le vostre canzoni? Raccontateci qualche curioso aneddoto, se ve ne sono.

Fermo restando che le nostre canzoni più belle sono cover, i pezzi nostri nostri sono molto spesso legati alle persone che ci circondano, ai fatti con i quali abbiamo quotidianamente a che fare. Serenatacuminata è dedicata ad uno dei componenti del gruppo ed alle sue pene d’amore, Libera Frequenze invece è un atto di denuncia, Amare Terre un coito d’appartenenza, Ballo da ultimo uomo nasce dopo i playoff della squadra locale. Sono storie che, al netto dell’idiozia che ci contraddistingue sul palco, ci permettono di provare a non essere banali. Aneddoti curiosi ne abbiamo a bizzeffe: in sala di registrazione uno dei pezzi che portammo a Marco di Dio ( il nostro produttore, ndr ) per completare l’ep “ Nel Bere e nel Mare “ non lo convinse a pieno e non riusciva a capire perché. Dopo qualche minuto mise su un cd di un altro gruppo con un pezzo esattamente identico al nostro per melodia e giro di accordi. Rimanemmo a bocca aperta perché l’autore continua a spergiurare di non aver mai sentito quel pezzo. Per la serie non sapevo di essere stato plagiato in anticipo. Abbiamo già sporto denuncia. C’è poi da sapere che i nostri pezzi hanno quasi sempre titoli provvisori diversissimi da quelli “ ufficiali “ ed ai concerti capita di confondere i fans. Meno male che non stanno quasi mai attenti o comunque è facile depistarli.

12376426_1676285155917485_9048638223095240499_nSiete legati particolarmente ad una delle vostre canzoni? Se è sì,perché?

Senza dubbio Clochard. Si tratta del nostro primo singolo in assoluto, uscito nei primi mesi del 2015. Il perché è ovvio: l’emozione, l’adrenalina. Poter suonare ad un pubblico qualcosa di tuo è una benedizione della musica. Poi fu un divertimento girare il videoclip: immagina otto soggetti vestiti da barboni e truccati altrettanto fare mosse esilaranti dentro scatole di cartone. Fu uno scompisciarsi continuo. La prima volta non si scorda mai.

Qual è stata, finora, la più grande soddisfazione della vostra giovane carriera?

Aver suonato all’EXPO. Otto terroni che non cercano lavoro ( non ce ne fu nemmeno il tempo in realtà ) non credo si vedano ogni giorno a Milano. Il giorno prima grande live a Calcarelli ed il giorno dopo Milano, cluster biomediterraneo. Fu spaesante e bellissimo insieme. Ci laviamo ancora con le saponette rubate all’albergo.

L’ultimo, magnifico, lavoro è intitolato “I fuochi della terza età”. Di cosa parla?

La faccio breve. Serviva a vincere Sanremo Giovani. Ma ci voleva un’idea provocatoria. La trovammo parlando della terza età. A Sanremo Giovani non ci hanno capiti, ma questo era scontato.  E’ un brano che vuole celebrare chi riesce ad invecchiare senza diventare anziano. Il protagonista è un uomo attempato vittima di tutti i malanni che caratterizzano la terza età: scatti d’ira, demenza senile, depressione. Ma se è vero che l’amore vince tutto, a nostro giudizio deve poter vincere anche la vecchiaia. E la morte: i veri inguaribili romantici, a dispetto di tutto e tutti, riflettono spesso sul filo che li  lega alla persona che amano, anche quando quel filo si spezza e magari continuano a sognare di portarla a ballare in primavera, dopo aver dato alle fiamme un’automobile con fare un po’ da teppista, un po’ più da pirata. Insomma la meglio gioventù a volte arriva in età avanzata e comunque odia il giovanilismo becero, tace, ricorda con nostalgia ma sempre e comunque con un sorriso. Il video poi è un’opera d’artigianato deliziosa di Fabio Leone ed Antonella Barbera che non finiremo mai di ringraziare abbastanza.

Che progetti avete per il prossimo futuro?

Fare soldi a palate. Non necessariamente per vie legali.

Adesso chiudete gli occhi ed immaginatevi fra 20 anni. Cosa vedete?

Una scena tipo “ nonno nonno metti il disco che hai fatto quando avevi i capelli “. Alcuni faranno finta di averceli avuti.

Un saluto e un messaggio ai vostri fans, presenti e magari, dopo questa intervista, futuri.

Ai presenti: ai prossimi concerti faremo girare un cestino delle offerte. Non fate i taccagni: Skric ( altro sedicente sassofonista della band, ndr ) vi vede. Ai futuri: non fate sesso con i vostri antenati sennò fate casini nel vostro universo.

Ecco il video dell’ultimo lavoro della Cicciuzzi’s Unable Band, “I fuochi della terza età”:

Angelo Giordano

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