I sindaci del PIST Termini-Madonie in rivolta contro i piani di sviluppo regionale

I Comuni dell’area PIST Termini-Madonie hanno scritto una nota indirizzata al Ministro per le Infrastrutture Delrio e ai vertici dell’Assemblea Regionale Siciliana contro il piano approvato dalla giunta regionale lo scorso mese di dicembre di finanziamento di opere pubbliche nel contesto del Patto Per Il Sud-Patto per al Sicilia e Strategia nazionale Aree Interne. Quello che gli amministratori locali lamentano è una totale mancanza di attenzione per il territorio, nonostante l’area delle Madonie fosse stata inserita tra i territori di sperimentazione dei progetti futuri di sviluppo.

“Sull’area delle Madonie, già individuate dal governo regionale con propria delibera di giunta come area prototipale sulla quale avviare concretamente la sperimentazione della strategia nazionale per le aree interne – riporta la nota – non è previsto dal documento in oggetto alcun intervento nei settori chiave della sperimentazione che sono la sanità, la mobilità, la scuola, l’energia e le linee dello sviluppo territoriale nel settore del turismo e dell’agricoltura.” lamentano in coro, attraverso il portavoce del PIST Termini-Madonie, i sindaci dei comuni di Alimena, Aliminusa, Blufi, Bompietro, Castellana, Collesano, Caltavuturo, Castelbuono, Geraci, Gratteri, Gangi, Polizzi, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Isnello, Scillato, Sclafani, Pollina, San Mauro, Montemaggiore, Caccamo, Termini Imerese, Cefalù, Lascari, Campofelice, Valledolmo, Cerda e Sciara.

Da un lato quindi si propone e si determina l’attuazione della Strategia Nazionale Aree Interne volta a rimuovere le cause strutturali del decremento demografico e dello spopolamento di questa parte del territorio della Sicilia e del Meridione, dall’altro lato si sottrae alle aree interne la possibilità di accedere alle risorse finanziarie necessarie per attuare lo sviluppo e l’attuazione delle stesse linee guida della SNAI emanate dal Ministero dello sviluppo e dal Dipartimento regionale della Programmazione. L’assenza di infrastrutture funzionali a rimuovere le cause dello spopolamento e dello squilibrio territoriale determina non solo il venir meno di una possibilità di lavoro nell’immediato nel settore dell’edilizia pubblica, ma anche la mancata attivazione della sperimentazione SNAI che per funzionare ha bisogno di realizzare sinergie e trasversalità nelle politiche territoriali.

Le opere previste nel Patto per il Sud-Patto per la Sicilia, soprattutto quelle classificate con finanziamento certo, non avrebbero inoltre alcun riferimento e non realizzano nessuna sinergia con l’impianto della programmazione dei fondi comunitari varata con il POR Sicilia 2014-2020 e con il PSR 2014-2020, nè seguirebbero le priorità individuate dall’indirizzo dato dalle politiche regionali. Per tali ragioni gli amministratori chiedono con forza che venga modificato il programma di interventi previsto dal Patto per la Sicilia nell’ambito del Patto per il Sud, avviando un tavolo tecnico e istituzionale di confronto così come chiesto anche dal Presidente dell’Anci con sua nota del 13 gennaio 2016.

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