Caso intercettazioni, Crocetta: “Non mi dimetto”

crocettaNon vuole lasciare il suo posto a capo della Regione Sicilia il Governatore Rosario Crocetta, nell’occhio del ciclone dopo lo scandalo delle intercetazioni con il medico Matteo Tutino portato alla luce da “L’Espresso”, secondo la cui ricostruzione l’ex primario di Villa Sofia si sarebbe lasciato andare a gravissime esternazioni su Lucia Borsellino, e al fatto che si merita “la stessa fine del padre“.

Episodio ancora più grave poichè emerso a poche ore dalla commemorazione del 23 esimo anniversario della strage di via d’Amelio dove il giudice Paolo Borsellino ha perso la vita. Crocetta non ha presenziato alla cerimonia, forse temendo un massacro a mezzo stampa, ma anche ieri non ha esitato a dire la sua sulla vicenda che lo coinvolge in prima persona. “Non mi dimetto, sono un combattente e un combattente muore sul campo. Se lo facessi la darei vinta ai poteri forti – ha ribadito anche ieri il governatore – Qualcuno ha voluto mettere a segno un golpe, volevano determinare le mie dimissioni o il mio suicidio.”

Crocetta sempre più solo, con una giunta che ha perso quattro assessori in meno di due settimane, la compagine politica che lo ha portato all’Ars che lo abbandona, ora in rotta anche con il PD. “Il Pd vuole le mie dimissioni?  Mai, mi sfiducino se vogliono, così si renderanno complici dei golpisti e passeranno alla storia come coloro che hanno ammazzato il primo governo antimafia della storia siciliana.” E annuncia battaglia, contro il suo stesso partito  e contro il settimanale l’Espresso dopo la pubblicazione della notizia dell’intercettazione.

 

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