Chiusura centro nascite, nessuno si arrende: i grillini chiedono spiegazioni al ministro Lorenzin

 Mercoledì 25 scorso durante la seduta in parlamento, il gruppo dei deputati siciliani del Movimento 5 stelle, capitanato da Giulia Di Vita, ha presentato un’interrogazione a risposta diretta al ministro Lorenzin sulla questione della chiusura del punto nascita dell’ospedale Hsr San Raffaele Giglio di Cefalù. Di tutto interesse il contenuto del documento, in quanto gli onorevoli firmatari hanno riassunto l’iter della vicenda che ha portato alla decisione di chiudere il centro nascite di Cefalù dal 2011 alla recente e definitiva conclusione che tutti abbiamo accolto amaramente. Il ricorso al Tar dopo che i giudici amministrativi avevano disposto la sospensiva chiusura, la rimodulazione del piano, la riconferma della scelta e la traslazione delle nascite presso il vicino ospedale di Termini, ma l’azienda ospedaliera di Cefalù, trattandosi di una fondazione – sostenne il Tar – «non può essere totalmente assimilato a una struttura pubblica in senso stretto qual è il presidio ospedaliero di Termini Imprese» sono tutte tappe di un percorso critico che ha visto il suo epilogo nel pieno manifestarsi di casi di malasanità siciliana. I parlamentari hanno poi fatto riferimento alla grande manifestazione pubblica avvenuta in piazza Duomo per dare massima visione dello slogan che sintetizza il pensiero del popolo: «Chi chiude il centro nascite dice no alla vita»; inoltre secondo le dichiarazioni del sindaco di Cefalù Rosario Lapunzina, proprio il ministro Lorenzin avrebbe pressato l’ente Regione nel decidere per la chiusura dopo la morte della piccola Nicole tra Catania e Ragusa. Anche i numeri sembrano dare ragione a quello che sarebbe un valido ritorno sui propri passi della Regione: sebbene il centro nascite di Cefalù nel 2014 non abbia raggiunto la soglia minima delle dovute per mantenere attivo il centro (500), dal 1o gennaio 2015 ad oggi la struttura ha avuto un incremento di 20 parti rispetto allo stesso periodo del 2014; se dovesse continuare questo trend positivo per il resto dell’anno nel 2015 si stima che verrà certamente superata la soglia dei 500 parti. I grillini aggiungono infine che ad oggi il punto nascite di Cefalù ha la peculiarità di poter servire utilmente molti comuni delle Madonie che per difficoltà di collegamenti stradali arrivano a distare, come nel caso di Isnello (PA), tra i 55 e i 60 minuti di tortuoso percorso stradale, soprattutto montano, dal punto nascite più vicino. Per tutte queste ragioni hanno chiesto se il Ministro interrogato fosse al corrente di tutti questi elementi e se sia vero che abbia fatto pressioni perché si giungesse alla chiusura del punto nascita di Cefalù e, se così fosse, se non ritenga di intervenire per correggere quello che appare un chiaro errore di valutazione da parte del Ministro, secondo il gruppo M5S, considerata l’importanza di mantenere quantomeno un’unità operativa di ginecologia-ostetricia per le emergenze.

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