Datagate: gli Stati Uniti in ascolto da Palermo

Nuove indiscrezioni riguardanti il “Grande Fratello” americano. Secondo le ultime rivelazioni del giornalista Glenn Greenwald l’attività di spionaggio degli Stati Uniti nell’area del Mediterraneo e del Medio Oriente si svolgevaEdward Snowden attraverso il controllo di dati trasferiti da cavi in fibra ottica sottomarini con terminali in Italia.
In queste dorsali passerebbe il 100% delle telecomunicazioni non satellitari della zona: email, telefonate, video digitali e conversazioni via web.

Si tratta di asset strategici di grandissima importanza e che vedono la Sicilia zona particolarmente interessata: il primo cavo satellitare, il SeaMeWe3, commissionato nel 2000 dal gruppo indiano Tata Communications parte dal nord Europa, costeggia la Spagna ed il Portogallo, passa per il Mediterraneo e arriva fino in Australia. In Italia il suo terminale si trova a Mazara del Vallo.
Il secondo cavo satellitare, SeaMeWe4, parte da Marsiglia e arriva fino a Singapore, con snodo a Palermo. Sempre a Palermo transita anche il terzo flusso di dati, il Fea (Flag Europe Asia)

I 131.679 chilometri di cavi dalla Sicilia collegano la totalità delle comunicazioni non satellitari dal Medio Oriente verso l’Occidente. La gestione e  l’accesso al traffico dati è affidato a consorzi di società private di telecomunicazione in cui sono presenti operatori inglesi e americani (Verizon e At&T).

Dal nodo di Palermo inoltre passano anche tutte le comunicazioni degli affari dell’Italia nei Paesi del Golfo e del Medio Oriente.
I politici italiani hanno sempre negato di aver dato l’autorizzazione a tali comunicazioni, anche se dalle carte del “Datagate”, rese disponibili dalla talpa Edward Snowden, sembra che ad un certo punto le autorità italiane abbiano concesso l’accesso alle comunicazioni.

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