E’ stata una maxi operazione quella svoltasi a Palermo e che si è conclusa con quarantadue ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Palermo su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia. I circa 180 
carabinieri, supportati dall’alto da due elicotteri, hanno dato via all’operazione Araba Fenice ed hanno inchiodato due rilevanti organizzazioni criminali che gestivano il mercato dello spaccio di droga a Palermo. Il reato contestato agli arrestati è di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanza stupefacenti.
Le indagini hanno consentito di documentare l’attività criminale delle organizzazioni: per non essere scoperti dalle forze dell’ordine veniva usato un linguaggio criptico. Le dosi di droga diventavano quindi “caffè” o “cocco”. Le sostanze illecite venivano anche chiamate “scarpe” o “mezzo caffè”. Fra gli acquirenti anche impiegati e studenti universitari.
“È stata sgominata un’organizzazione che aveva il controllo su un intero quartiere. Nessun arrestato è legato alla mafia. Sono state utilizzate tutte le moderne tecniche per riuscire ad arrestate capi e piccoli spacciatori a cui si rivolgevano tantissimi consumatori. La Guadagna è un mercato storico dello spaccio. Nel territorio ci sono numerose vedette che avvertono subito gli spacciatori della presenza di carabinieri e polizia che stanno facendo indagini sullo spaccio. Da qui la complessità delle indagini messe a segno dai carabinieri. Nel quartiere si può acquistare ogni tipo di droga. L’organizzazione ha una struttura familistica che non si è mai fermata neppure davanti alle varie operazioni di polizia giudiziaria che vengono vissute come un momentaneo fastidio” ha dichiarato il procuratore Francesco Messineo nel corso della conferenza stampa indetta in seguito alla conclusione dell’operazione.