Panineria viennese inneggia alla mafia

Sembra impossibile che a distanza di 21 anni dalle stragi di Capaci e di Via D’Amelio ci sia ancora chi, vittima di un forte oscurantismo, inneggi alla mafia e rappresenti la Sicilia con stereotipi ormai retrogradi ed ignoranti. Eppure succede spesso di incappare all’estero, e con frequenza in Paesi dalla Storia non certamente lodevole, in episodi di xenofobia, con forti richiami ad obsoleti luoghi comuni.

La storia che raccontiamo oggi è giunta alla nostra redazione grazie all’associazione Rete 100 Passi con Radio 100 Passi, venuti a conoscenza di una panineria viennese in cui sembra essere riproposto il classico e ormai banale cliché “Sicilia-mafia” e dove addirittura siano accomunati boss mafiosi con vittime di Cosa Nostra.

Riteniamo importante denunciare episodi come questi, che con troppa facilità vengono giustificati come occasionali e di scarsa rilevanza, in quanto siciliani, ma soprattutto per rispetto nei confronti di chi è stato brutalmente assassinato da quelle associazioni criminali e che oggi non può e non deve essere soggetto ad  un’ironia di cattivo gusto e decisamente fuori luogo.

Riportiamo il comunicato del presidente di Rete 100 Passi Danilo Sulis, come espressione di un atto dovuto per i siciliani e per gli eroi della nostra Storia e per scuotere le coscienze.

“Siamo venuti a conoscenza che in una panineria viennese, Don Panino, Seidengasse 31, si vendono panini dai nomi: Don Greco, Don Buscetta, Don Corleone, Don Mori, Don Falcone e Don Peppino, quest’ultimo con chiaro riferimento a Peppino Impastato.

Nella descrizione del menù si legge: Siciliano dalla bocca larga fu cotto in una bomba come un pollo nel barbecue.

Per quello su Giovanni Falcone la descrizione è invece: sarà grigliato come un salsicciotto.

Riteniamo l’episodio gravissimo e frutto non solo di un utilizzo di cattivo gusto per motivi commerciali, ma di qualcosa di più profondo.

Il menù, oltre ad essere offensivo nei confronti di Falcone ed Impastato, fa un lavoro più sottile accomunando boss mafiosi e collusi con le vittime della mafia.

Temiamo che non si tratti, come supposto da alcuni giornali, di un episodio occasionale, di luoghi comuni sull’Italia o di un episodio di xenofobia. Il logo del locale, che richiama il manifesto del film “Il Padrino”, lo abbiamo già visto in Germania, in alcuni locali spesso gestiti da italiani.

Chiediamo l’intervento del ministro degli esteri Emma Bonino per l’immediato intervento delle autorità austriache, e quelle delle autorità competenti, per l’avvio di accertamenti sull’origine dei locali che portano questo marchio”.

Rete 100 Passi ha inoltre avviato una petizione per fermare questa indegnità.

http://change.org/stopdonpanino

 

 

Valentina Nicastro

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