Un decreto chiude i Pronto Soccorsi di Comiso e Scicli

Immaginate un paese senza Pronto Soccorso e gli abitanti costretti a dover rivolgersi a strutture lontane e difficili da raggiungere. untitled

Per quanto impossibile possa apparire, è una realtà esistente che preoccupa i cittadini di Comiso e Scicli. Sancita da un decreto lo scorso 26 aprile, l’ordinanza stabilisce di poter lasciare ai presìdi di pronto intervento delle due cittadine del Ragusano il solo codice verde. Ciò significa che i casi più gravi devono raggiungere gli ospedali delle città limitrofe. Un paradosso contestato da tutti i cittadini, ma in particolare dal deputato regionale del Pdl Giorgio Assenza, che chiede la revoca immediata del decreto.

“Non si può scherzare con la salute dei cittadini, questo è certo,” – ha affermato Assenza – “quindi chiedo la revoca immediata di questo decreto e l’approvazione di una nuova norma che non escluda dai compiti di pronto soccorso reale alcun presidio strategico dell’Isola”. “Al limite, capirei la decisione inversa: invece, i codici giallo e rosso, praticamente i casi più gravi” – ha proseguito l’Onorevole – “sono così costretti a rivolgersi a strutture logisticamente lontane e con una rete stradale assolutamente fatiscente”.

L’Onorevole ha depositato una interrogazione indirizzata al Presidente della Regione e all’Assessore della Salute, rimarcando il fatto che vi sono ben tre deputati della provincia di Ragusa che “poco e niente hanno fatto per opporsi a questa mostruosità dettata esclusivamente da motivi economici e a pieno nocumento dei cittadini”. E ha concluso sarcastico: “e meno male che uno di questi, l’onorevole Di Giacomo, è presidente proprio della commissione Sanità ed è di Comiso, città ove ha preso la maggior parte dei voti che gli hanno consentito di diventare deputato all’Ars!”.

Privare una cittadina del Pronto Soccorso significa negare ai cittadini le cure necessarie e contravvenire al principio sancito dalla Costituzione sulla tutela della salute come “diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività”.

 

Valentina Nicastro

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