In un filmato l’agenda rossa di Borsellino

Dopo 21 anni dalle stragi di Capaci e di via d’Amelio, ancora ci si chiede che fine abbia fatto l’agenda rossa del giudice Paolo Borsellino, il diario in cui il magistrato annotava le sue riflessioni e gli appunti più riservati. Nel corso degli anni sono state molte le ipotesi sulla sparizione dell’agenda, ma fino ad ora non si è mai scoperto nulla di certo a riguardo. Alcuni filmati girati il 19 luglio 1992, giorno della strage di via d’Amelio,e riesaminati in questi giorni, mostrerebbero però un uomo intento a sollevare un cartone che copre proprio l’agenda rossa. La Direzione Distrettuale di Caltanissetta è riuscita finalmente a dare un volto a quell’uomo sconosciuto, che nel video indossa un paio di pantaloni beige e una camicia bianca, ripreso dai Vigili del Fuoco intervenuti pochi minuti dopo lo scoppio dell’autobomba che stroncò la vita a Paolo Borsellino e ai cinque uomini della sua scorta. Si pensa potrebbe trattarsi di un fotografo della Polizia o dei Carabinieri  che avrebbe addirittura scattato delle fotografie, l’esame delle quali potrebbe fornire ulteriori elementi al pool di magistrati che indaga sulla strage. I Pm intendono subito identificarlo ed ascoltarlo perché potrebbe procurare dettagli importanti per l’inchiesta.

Dunque, a conferma dell’esistenza di un’agenda rossa ci sarebbero non soltanto i filmati in cui si delineano i contorni di un diario dall’inconfondibile colore rosso e dal caratteristico stemma dei carabinieri, ma anche delle immagini che avallerebbero la presenza in via d’Amelio dell’agenda stessa. Difficile pensare ad una coincidenza, a stabilirlo saranno i Pm di Caltanissetta.

Il filmato dei Vigili del Fuoco era stato esaminato già 21 anni fa, all’epoca della strage, ma evidentemente questi fotogrammi erano sfuggiti agli inquirenti. La moglie Agnese Piraino Leto, scomparsa alcuni giorni fa, e i figli di Paolo Borsellino hanno più volte ribadito che il magistrato portava sempre con sé l’agenda, spesso in mano e raramente nella sua borsa di lavoro che affidava agli uomini della scorta. Pertanto è del tutto improbabile che quel 19 luglio il magistrato non avesse non sé la sua agenda.

Grazie a questi nuovi filmati e alle dichiarazioni di un testimone oculare, Gaspare Vullo, uno dei poliziotti sopravvissuti alla strage che ha sempre affermato che quel giorno il giudice aveva con sé l’agenda, sembra ci sia ormai una prova schiacciante impossibile da confutare. Gli appunti del giudice potrebbero far luce sul movente della strage perché i pm sono convinti che negli ultimi giorni della sua vita Borsellino avesse scoperto la trattativa tra Stato e Mafia.

“Tutti ci auguriamo” – ha dichiarato Michele Vietti, vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura – “che un eventuale supplemento delle indagini porti ad accertare una verità troppo a lungo trascurata”.

 

Valentina Nicastro

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