Guadagni subito 2000 euro se trovi una di queste vecchie Lire: ecco quali

Nello scenario italiano del termine del secondo conflitto mondiale, quello che è emerge è il forte sentimento di un’identità nazionale che tenta di riparte direttamente dall’economia.

Nei primi anni Quaranta, diventa quasi indispensabile pensare a una moneta, la lira, che faccia dell’Italia un Paese competitivo e indipendente, in grado di garantirsi un ruolo di primo piano all’interno del quadro economico dell’intera Europa. Così comincia ad avere un ruolo importante l’emissione di monete e banconote in grado di confermare il potere monetaria dell’Italia, ma anche di comunicare simboli agli italiani stessi.

È il caso della lira Arancia, la moneta da 1 lira coniata tra il 1946 e il 1950, e totalmente entrate in disuso quando nel 2002 l’Italia adotta definitivamente l’euro come valuta ufficiale. Queste monete da 1 lira, coniate con una lega di alluminio e magnesio, hanno svolto un ruolo centrale nella vita quotidiana degli italiani per diverse decadi, fino all’introduzione dell’euro come valuta ufficiale nel 2002.

Inizialmente, nel 1946 furono introdotte a titolo di prova che, in attesa dei risultati del referendum, portavano la scritta Italia anziché Repubblica Italiana. La nuova moneta da una lira recava al dritto l’Italia con una corona di spighe ed al rovescio un’arancia. Pesava 1,25 g, con un diametro di 21,6 mm ed era coniata in Italma. Successivamente vennero emessi solo 12.000 pezzi, considerati perché davvero difficili da reperire tra i più rari in assoluto nella storia della moneta repubblicana. La coniazione riprese velocemente nel 1948 e questo tipo venne coniato fino al 1950.

Le “lire arancia” divennero presto un elemento familiare per gli italiani, utilizzate per transazioni quotidiane, piccoli acquisti e come simbolo tangibile della loro vita economica. Il loro valore non era solo di carattere finanziario, ma anche simbolico, rappresentando il potere d’acquisto e la stabilità economica del paese in quegli anni.

Oltre al loro ruolo pratico, le “lire arancia” sono diventate oggetti di interesse per i collezionisti di monete, che apprezzano il loro valore storico e l’appeal estetico del caratteristico colore arancione. Le monete ben conservate, coniugando storia e bellezza, sono ricercate dai collezionisti di tutto il mondo.

Anche se l’avvento dell’euro ha segnato la fine dell’era delle “lire arancia” come valuta di circolazione, il loro impatto storico e culturale rimane indelebile. Queste monete continuano a suscitare nostalgia e interesse, rappresentando un simbolo tangibile di un’epoca passata e della ricca storia monetaria italiana. E rappresentano oggi un interessante elemento da collezione per gli appassionati di numismatica.

Vediamo il valore

Il valore di queste monete può variare in base alla rarità, alle condizioni e alla richiesta. Quella emessa nel 1946 vale circa 2.000 euro, se è nello stato di fior di conio; nel dritto presenta l’Italia con una corona di spighe e al rovescio un’arancia. Pesava 1,25 grammi ed aveva un diametro di 21,6 millimetri.

Una moneta altrettanto carica di valore è quella conosciuta come cornucopia. Di questa moneta ne sono state coniate appena 80 esemplari, per questo è considerata una moneta rarissima perché in giro ne sono andate pochissime copie. Questa moneta vale circa 2.000 euro se in Fior di conio. Il suo valore scende a circa 1.000 euro se, invece, come moneta è splendida perché ha circolato pochissimo e per questo tutti i rilievi sono integri. Se infine la moneta è molto bella il suo 500 euro circa perché è una moneta usurata in cui alcune parti non sono leggibili.

Ma è necessario fare attenzione a un’altra variante della moneta da 1 lira del 1946 che vale solo 300€; si tratta sempre della lira arancia, ma nel modello che fu destinato alla circolazione: un esemplare di questo tipo va dai 300€ in ottime condizioni ad appena 90€ in condizioni buone. Il suo valore si pone a questo livello perché ne furono coniati 104.000 esemplari.

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