Lettera a Nené Camilleri (Paolo Polizzotto)

Maestro Carissimo,

Mentre ancora vado stropicciandomi gli occhi dal sonno della notte la televisione mi rattrista con la ferale notizia della Tua dipartita. Non sembrava prevedibile che dopo un mese di lotta la nera falce dovesse averla vinta con la Tua resistenza. Purtroppo ogni cosa terrena è caduca e qualsiasi resistenza si rivela effimera se non si è in possesso del requisito dell’immortalità.

  A Te non è stata concessa l’immortalità fisica per non farti sentire diverso da quella umanità che hai descritto nel lungo percorso della attività letteraria, ma la Storia ti concede un’immortalità ben più vasta, non certo effimera, nè soggetta a esaurirsi nel tempo, anzi destinata ad allargarsi nel prosieguo degli anni.

  Io ho un grandissimo debito di riconoscenza verso di Te per avermi ridato stimolo alla lettura in circostanze non certo brillanti per la mia salute e questo sentimento cerco di incrementarlo con la lettura dei pochi libri della tua produzione che ancora mi restano da leggere.

  Proprio in questi giorni vado rileggendo La gita a Tindari e mi riprometto di ritornare sui libri letti in precedenza perché lo scrivere infarcito e sostenuto da quella grandissima risorsa che è il dialetto siciliano fa avvertire sensazioni uniche a chi trae diletto da queste particolari forme espressive.

  Ti rivedo commosso mentre fissi a tutti noi,Tuoi lettori ed amici, un appuntamento tra cento anni e penso che se questo appuntamento certamente salterà non verrà meno la voglia di riabbracciarci da amanti di questa terra che oltre ai natali ci ha dato anche la forza di resistere alle molte umiliazioni che la politica ci impone ogni giorno cercando di allontanarci dall’amore per la terra d’origine.

  Il Tuo mondo pieno di figure eccellenti  e di piccoli uomini ritorna sempre prepotente  alla ribalta  pieno di storie e accadimenti inverosimili che trasformano trame apparentemente semplici in tortuosi  percorsi investigativi dove si manifesta tutta l’intelligenza del Tuo personaggio principale e il corollario variegato dei suoi collaboratori. Non possiamo non apprezzare quel donnaiolo di Mimì Augello più presente nelle alcove di avvenenti signore di Vigata, che nelle indagini di rito, né la chiassosa comicità di Catarella sempre in lotta col vocabolario e coi nomi degli avventori del commissariato, né la fame di cannoli del dottor Pasquano fatto ingloriosamente morire nell’ultimo romanzo pubblicato nei giorni scorsi, ma di cui resterà indelebile traccia nei futuri lettori.

  Questo personaggio è forse il più folcloristico del Tuo circo  per la consueta volgarità del suo eloquio e l’insaziabile voracità della sua bocca. .

  Ma il mondo  Camilleri non si riduce soltanto ai piccoli personaggi dei suoi romanzi, ma spazia in tematiche sociali e politiche alle quali molti lettori non erano più avvezzi.

  La lunga vita trascorsa nel mondo del teatro e del cinema Ti  hanno fatto accumulare tante e tali  esperienze che  prima di inventare Montalbano e le sue indagini nessuno aveva avuto la fortuna di conoscere.

  La Sicilia che Ti ha dato i natali e forse non ti ospiterà nemmeno dopo la morte, deve renderTi un dovuto e convinto omaggio per l’opera realizzata, facendo conoscere al mondo l’esistenza di una cultura e di una personalità unica nel firmamento della letteratura mondiale.

Per quando mi riguarda Voglio ringraziarTi per le magnifiche ore notturne trascorse a leggerTi, mentre mi rimane impressa nella mente quella splendida interpretazione di Tiresia nella quale ci fissi il prossimo appuntamento tra cento anni. Sicuramente non ci saremo ma almeno Ti vada un commosso ringraziamento per l’invito.

  Devotamente tuo

                                                                Paolo Polizzotto

Finale 17 Luglio 2019   

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