Uno sguardo lungo alla convivenza, un altro al percorso arabo normanno: la nuova Macchina dei Sogni – la trentaquattresima – sarà un’edizione profondamente avvinghiata al presente. Che guarderà ai popoli lontani e ai migranti vicini, ma offrirà a tutti una città bellissima su cui si affacciano i monumenti voluti di chi dalla Sicilia è passato e ha lasciato le sue tracce. In un momento storico in cui si alzano muri e si discute di confini, da Palermo parte un messaggio di convivenza e appartenenza. Fatto di pupi, marionette, burattini, musica, gesti e narrazioni, declinate sui passi dell’UNESCO.
La nuova Macchina dei Sogni quest’anno ha scelto di “abitare” Palazzo Belmonte Riso, a Palermo – nel cuore del percorso arabo normanno, appunto – trasformato in un’unica scatola sonora che ospiterà mostre, concerti e spettacoli, oltre a particolari e bellissime installazioni che pescano nella memoria delle luminarie di paese, riadattate e reinterpretate. Si inizia mercoledì 31 maggio, alle 18 (ingresso libero) con l’inaugurazione delle mostre: che sono tante e invadono, oltre al museo, anche piazza Bologni: dove per esempio nasce “Arabia”, installazione di Fabrizio Lupo ispirata alla Palermo araba; o “Normanna”, ideata e disegnata da Alessia D’Amico, che pesca tra le formelle e negli archetti per trovare la foglia d’oro dei mosaici della Cappella Palatina. E ancora, “Normaniche”, collage di trame e tessuti di Roberta Barraja sulla parete dell’atrio principale di RISO.
Al calare del sole accoglierà le proiezioni di Fabrizio Lupo, con scene di caccia dei mosaici delle stanze di Ruggero al Palazzo dei Normanni. “Sipario Mediterraneo”, frutto di un lento e minuzioso lavoro a quattro mani della scenografa Alessia D’Amico e la fiber artist Grazia Inserillo. “Ombre bianche sui muri”, installazione illuminotecnica di gobos e lamelle realizzata da Marcello D’Agostino sulle pareti del Museo; e le Sagome merlate in balcone di Tania Giordano, fantasmatiche presenze che si affacciano a bordo ringhiera, accogliendo il pubblico. Nel giardino del museo – recuperato e presentato per la prima volta – una capanna del Mali rivisitata dal CRESM e un suk ricreato con le “cabine” della spiaggia di Mondello. Nella Foresteria, la mostra “Cavalieri Antiqui”: modellini del teatro dei pupi, casotti de li vastasi e del luogo dove si raccontava il cunto, realizzati dai giovani dell’Accademia di Belle Arti; e le miniature di Gianfranco Di Miceli, di alcuni strumenti musicali rappresentati nelle muqarnas della Cappella Palatina. Soltanto questa mostra resterà visitabile fino al 30 giugno.