Perchè Sanremo è Sanremo

Serata spumeggiante a Sanremo! La gara entra nel vivo e da casa il pubblico inizia a farsi un’idea delle canzoni che davvero lo hanno colpito. Un festival fluido, leggero e appassionante, che ha tenuto tutti incollati davanti lo schermo fino a notte fonda.

Proclamato il vincitore di Sanremo Giovani. Il televoto premia Lele con la sua “Ora mai”, così il ragazzo di 20 anni si aggiudica la edizione numero 67 del Festival e abbraccia emozionato Maria De Filippi che lo aveva accudito lo scorso anno nella sua casa di Amici. Il premio della critica va invece a Maldestro mentre il miglior testo è quello di Tommaso Pini con la sua “Cose che danno ansia”. Un esito un po’ telefonato ma che mette d’accordo i più. Lele tornerà in chiusura sul palco per ricantare la canzone vincitrice.

I big si esibiscono nuovamente tutti in un crescendo di emozioni premiato da una buona scaletta. Dai tenui e delicati colori di Chiara Galiazzo al brio di Samuel; dai brividi con Fiorella Mannoia all’esilarante Occidentali’s Karma di Francesco Gabbani. Si confermano fortissimi anche Ermal Meta, Paola Turci e Fabrizio Moro che ha probabilmente il testo più bello del Festival. Ma la vera difficoltà quest’anno è che di canzoni belle ce ne sono molte e qualche dubbio ti viene se ti ritorna in mente costantemente il motivetto del Diario degli errori del “semisconosciuto” Michele Bravi, se quando prende le note Marco Masini sussulti e se riascolteresti volentieri Mani nelle mani di Zarrillo. Non solo: quando non sono le canzoni a convincere, lo fanno i cantanti. “Con te” è qualcosa di quantomeno già sentito, ma con la voce e l’espressione di Sergio Sylvestre qualcosa cambia, si trasforma, e si imprime. Lo stesso dicasi per Elodie, perfetta e bellissima, ma il pezzo te lo scordi domani. A inizio serata Carlo Conti spiega il meccanismo di voto e presenta la giuria degli esperti: il loro giudizio peserà per il 30%. Alla giuria demoscopica è affidato l’altro 30 e infine il televoto è responsabile degli esiti al 40%. Questo contrappeso spiega e non spiega l’esito finale con 4 eliminati quasi inaspettati: Giusy Ferreri, Ron, Al Bano e Gigi D’Alessio. Quelli insomma che quantomeno per autorevolezza in finale ce li mandi. E invece no: ci teniamo Lodovica Comello, imperfetta sconosciuta, Alessio Bernabei, con un seguito sicuramente più tenace della sua bravura come cantante e la stessa Bianca Atzei che non aveva convinto quasi mai. Per le stesse ragioni la gara si presenta apertissima, anche se sarebbe sacrilego non vedere trionfare Fiorella Mannoia. Ci siamo sbilanciati.

Lo show nello show.  Possiamo pensare a Sanremo come un grande contenitore prezioso, di quelli che si prendono dalla cristalleria una volta l’anno, per le occasioni speciali in quei pranzi dove c’è una varietà immensa di cibi da star male ma, vuoi per la compagnia perbene, vuoi per la bontà, trovi spazio per tutto quello che desideri assaggiare. Abbiamo conosciuto la moglie di Eros Ramazzotti, Marìca Pellegrinelli, che ha riportato la bellezza classica sul palco dell’Ariston in un momento in cui si era deciso di mettere da parte le vallette e avvalersi di un’unica grande donna, Maria De Filippi, non a caso detta la “regina”. E stasera è sopraggiunta grandiosamente tra furore e acclamazione anche Virginia Raffaele nei panni di Sandra Milo per un sipario esilarante e poi in tutta la sua ilarità e simpatia, mai priva di professionalità in mezzo a Carlo e Maria. Già presenza fissa a Sanremo 2016, quest’anno è tornata perché tutti avevano voglia di rivederla. E così è stato. Intorno alle 22.40 l’occhio della telecamera si sposta in platea e appare, avvolto nel suo pelo candido, il mitico e ricercatissimo Beppe Vessicchio, il più conosciuto e amato direttore d’orchestra ai tempi dei social. Acutamente, Carlo Conti lo saluta ed è subito standing ovation. Ancora sul palco Luca Zingaretti, l’omaggio a Moroder e in chiusura Robin Shulz.

Si avvia alla conclusione anche questa edizione del Festival della canzone italiana, con un finale tutto da vivere.

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