Niente sviluppo dalla Finanziaria, solo rinnovi e singoli ritocchi

finanziariaTutto fermo. Tutto come lo scorso anno per non dire degli anni passati. Questa è la Finanziaria che il popolo siciliano si appresta a farne visione e in attesa delle prossime elezioni che saranno sempre più incandescenti, visto che in 4 anni di governo si è solo cercato di tamponare alla meno peggio.

Una terra di Sicilia lasciata allo sbaraglio, lasciata alla deriva e in mano a d un governo che non dà continuità lavorativa e costruttiva ai precari attuali, ma solo rinnovo biennale con probabile stabilizzazione ancora da capire e gestire a dovere con piccoli riconoscimenti salariali e contributivi a singole categorie, ma con svariate fasce di lavoratori al limite pensionistico e gravi situazioni per gli esodati, senza futuro e cognizione di fatti. Pensare ai giovani di belle speranze, rimane riduttivo e assurdo anche parlarne. Questioni ancora aperte come la Formazione, assunzioni nella Sanità, rifiuti, termovalorizzatori; solo cambi assessoriali e gestioni diverse, tramandate da uffici ad uffici con competenze che mancano: il niente.

Manca tutto, manca la volontà di costruire e gestire qualcosa che deve essere un dato di fatto, un diritto acquisito, non proroghe e rinnovi. Stesso discorso sui Forestali, se ne è parlato a più non posso, ma solo parole e fumo negli occhi. La riforma del comparto ritorna nel limbo in cui è stata annunciata, rimasta nell’orbita delle cose incompiute, ma certamente ne riparleranno nel 2017 con una nuova ventata di voci , sopratutto nel giro elettorale che vedrà l’arca di Noè imbarcare quanta più gente possibile, e proclami a go-go. Rabbia, angoscia e sgomento per una situazione che rischia sempre di più di far precipitare l’economia regionale e aumentare sempre di più un precariato, che ormai è ingestibile visti gli ultimi eventi di prossimi precari in vista. Sembra veramente un albero di Natale dove sono appesi tutti i problemi regionali con delle palle che aspettano sono di essere gestite, ma belle da guardare; e purtroppo si continuerà a guardarle.

Antonio David

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