La settimana della cucina italiana nel mondo

Al via la “prima settimana della cucina italiana nel mondo” dal 21 al 27 novembre, inserita nel piano per la promozione e la difesa del vero Made in Italy agroalimentare all’estero, che coinvolgerà la rete estera della Farnesina nell’attività di promozione del Sistema Italia in 105 Paesi con oltre 1300 eventi previsti tra cui concorsi, conferenze, degustazioni, cene a tema, mostre legate alla cucina e seminari tecnico-scientifici.

Tra gli obiettivi, far conoscere le produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane, con particolare riferimento ai prodotti di qualità certificata; valorizzare il saper fare italiano; diffondere i valori unici della Dieta Mediterranea; presentare l’offerta formativa del nostro Paese nel settore enogastronomico; rafforzare la presenza della cucina italiana all’estero anche attraverso le attività di specializzazione dei giovani cuochi e la presentazione dell’offerta della ristorazione italiana di qualità; infine promuovere i “percorsi del gusto” in Italia per i turisti. La prima ‘Settimana della cucina italiana nel mondo’ si inserisce in un percorso di lavoro iniziato il 2 marzo 2015 ad Expo Milano con il primo forum della cucina italiana, a cui sono seguite la firma del ‘Food Act’ – vale a dire il primo patto tra Istituzioni e mondo della cucina – il 28 luglio 2015 e il protocollo d’intesa per la valorizzazione all’estero della cucina italiana di qualità siglato alla Farnesina il 15 marzo 2016.
Se da un lato occorre un grande sforzo culturale e una sinergia imprenditoriale ed istituzionale per promuovere il gusto italiano della buona tavola, dall’altro occorrono anche sorveglianza e interventi mirati: nel mondo sono serviti ingredienti Made in Italy taroccati in quasi due piatti su tre ma ad essere portate in tavola sono anche le più bizzarre versioni delle ricette tradizionali. Una iniziativa utile per valorizzare l’identità dell’agroalimentare nazionale e fare finalmente chiarezza sulle troppe mistificazioni che all’estero tolgono spazio di mercato ai prodotti originali, con il mercato mondiale delle imitazioni di cibo Made in Italy che vale oltre 60 miliardi di euro.

 

La mancanza di chiarezza sulle ricette Made in Italy offre terreno fertile alla proliferazione di prodotti alimentari taroccati all’estero dove le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che è causa di danni economici, ma anche di immagine.  L’Italia è l’unico Paese al mondo con 4.965 prodotti alimentari tradizionali censiti dalle regioni ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, 285 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg ma ha conquistato anche il primato con quasi 50mila aziende agricole biologiche in Europa.

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