La macchina dei sogni: ricordando Pitrè

cuticchio-pazzia-di-orlando-2 Un omaggio a Giuseppe Pitrè e al suo amore spassionato e meticoloso per Palermo. La nuova “Macchina dei Sogni” dei Figli d’Arte Cuticchio per il secondo anno consecutivo rende omaggio all’etnografo siciliano e alla sua catalogazione infinita di gesti, temi, giochi, indovinelli, frasi, canzoni, novelle, luoghi e oggetti che segnano l’anima più forte di Palermo.

Il festival di teatro di figura creato da Mimmo Cuticchio trentatré edizioni fa, si appropria idealmente dello spazio privato di Pitrè: da domani (venerdì 16 settembre) dalle 17,30 infatti, si apre la “tre giorni” in un nuovo luogo simbolico comepiazza Sant’Oliva, dove è ancora la casa in cui lo studioso ha vissuto e un busto lo ricorda. Per la prima volta la piazza diventerà un palcoscenico, anzi più palcoscenici, un unico teatro en plein air a cui si accederà dagli archi luminosi, le “Luminarie dei sogni”, ideate dai giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti che hanno lavorato sui disegni d’epoca: da domani a domenica, narratori, artisti, attori, burattinai, favolisti invaderanno la piazza e proporranno spettacoli e performance. Si inaugura “Viva Pitrè”, una mostra sul teatro popolare a cura di Fabrizio Lupo che ha coinvolto docenti e studenti dell’Accademia, che ampliano uno studio iniziato due anni fa, sulle fiere e i teatri di legno (i famosi Casotti) costruiti nel Settecento alle porte della città, rifugio per i gruppi itineranti.

Una lunga sequenza di “cabine” di Mondello – concesse dalla Italo Belga – accoglierà invece gli artigiani, padroni e infaticabili sostenitori degli antichi mestieri ritrovati. Gli spettacoli: alle 17,30 si apre con gli attori e le marionette del Teatro degli spiriti in “Bianca Cipudda” nel giardino di piazza Sant’Oliva che poi alle 18,30 ospiterà i narratori Salvino Calatabiano, Tiziana Cuticchio, Giovanni Guarino, Cesare Maschi, Isabella Messina. Alle 19, lo storico Teatro del Drago di Ravenna, della fcuticchio-ensembleamiglia Monticelli, si esibisce a Casa Pitrè con il suo spettacolo di burattini e marionette, “Il rapimento del principe Carlo”, dove poi lascerà posto alle 21, ai “Nuovi orbi”, riadattamento in scala contemporanei dei canti antichi a cura di Manlio Speciale, Giacco Pojero, Nino Vietri, Simone Sframeli. Infine alle 21,30 Mimmo Cuticchio raccoglierà le fila di un suo spettacolo cult, il cunto “La pazzia di Orlando ovvero Il viaggio di Astolfo sulla luna” rimodulato secondo la sua tecnica che unisce il cunto tradizionale al teatro dei pupi a scena aperta: il pubblico segue dal vivo ciò che avviene anche dietro la scena, e partecipa attivamente allo spettacolo. Radio3 Rai lo trasmetterà in diretta. Ingresso libero. La Macchina dei Sogni è promossa dal Comune di Palermo.

Non solo spettacoli: la “Macchina dei sogni” racchiude mostre, scenografie, particolarissime illuminazioni – le Luminarie dei sogni, opera di sei giovani artisti (Martina Brancato, Alessia D’Amico, I mangiatori di patate, Grazia Inserillo, Gabriele Genova, Mattia Pirandello) – provenienti dalle scuole di scenografia e di scultura dell’Accademia di Belle Arti, saranno collocate sul prospetto della casa in cui visse e mor
ì Giuseppe Pitrè – e l’arredo urbano ispirati ai temi dello studioso e al periodo in cui egli visse. E una mostra sul teatro popolare, più ampia e approfondita rispetto a quella dello scorso anno, coinvolge sia i docenti che gli studenti dell’Accademia, che ampliano uno studio iniziato due anni fa, sulle fiere e i teatri di legno (i famosi Casotti) costruiti nel Settecento alle porte della città, rifugio per i gruppi itineranti. La mostra “Viva Pitrè” è a cura di Fabrizio Lupo.

Giuseppe Pitrè fu un narratore di uoartigiani-filippo-grillo-pittura-sui-carrettimini e tradizioni: nella “Macchina” non possono mancare quei mestieri che l’etnografo documentò con passione meticolosa. Ospitati nelle famose “cabine” che da inizio secolo accolgono i bagnanti sulla spiaggia di Mondello – anch’esse parte della memoria collettiva – rinascono i mestieri artigianali che pochi affezionati tengono in vita: si potranno ammirare le icone bizantine di Stefano Canzoneri,  gli strumenti musicali di Gabriella Carlino e Gianfranco Di Miceli,i pupi palermitani di Nino Cuticchio, sbalzo dei metalli di Emanuele Salamanca, il puparo Francesco Salamanca, le antiche tappezzerie di Rocco di Cara, la pittura su vetro di Rosi Di Gaetano, i lavori in ferro di Carmelo Giuè, la pittura di carretti diFilippo Grillo, le statue dei presepi di Marco Guttilla, gli arazzi di Maria Grazia Inserillo, i giocattoli di Chiara Lo Galbo, le “pignate” di Luigi Schiavo, i lavori al tornio di Giuseppe e Guglielmo Vitrano.

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