Venerdì Santo: per gli italiani è menù di pesce

Per il solo venerdì si stima un consumo complessivo di circa 15 milioni di chili di pesce portato in tavola da 3 italiani su 4 con una spesa vicina ai 250 milioni di euro, per rispettare una tradizione culturale e religiosa profondamente radicata nella popolazione. E’ quanto stima Coldiretti Impresapesca nel sottolineare che ad essere preferito in questa occasione è soprattutto il pesce azzurro, dalle alici alle sardine fino agli sgombri venduti a prezzi contenuti secondo i criteri di sobrietà richiesti dalla ricorrenza. La “legge” dell’astinenza dalle carni non proibisce, infatti, di consumare pesce, uova e latticini, ma mette al bando cibi e bevande particolarmente ricercati o costosi.

I menu del venerdì Santo sono quelli tipici delle tradizioni locali cucinati secondo ricette semplici nel rispetto della giornata di riflessione come la pasta con le sarde in Sicilia, le tradizionali zuppe di pesce che assumono nomi differenti a seconda delle regioni e che nel nord Adriatico si consumano assieme alla polenta, fino alle ricette tipiche regionali come le alici scottadito con o senza pan grattato,  le sarde in saor con cipolla (tipica ricetta veneta), le seppie con i piselli (ricetta comune a molte regioni), fagioli e cozze (ricetta pugliese), vongole e ceci (ricetta marchigiana), la minestra di pesce con gallinelle e ghiozzi o con broccoli e arzilla (ricetta romana), le uova sode col tonno o gli spaghetti al ragù di mare.

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