Pescatore di asterischi: “La stanza (appunti di viaggio)”

La stanza (appunti di viaggio)

pescatorePosai le valige accanto al comodino,
spensi il telefono e feci un respiro profondo, mi guardai attorno notando quel copriletto verde acqua e le tende abbinate, i comodini pronti ad accogliere i miei vestiti e quella scrivania pronta ad assorbire i miei pensieri.

Poggiai il borsello sulla sedia, tirai fuori il mio tacquino e la biro nera, spostai la tenda quasi intimorito, con l’ansia di vedere fuori dalla finestra i miei demoni pronti ad assalirmi, ma lá fuori era vuoto, solo la luce della mia amata luna piena, che, col suo biancore, illuminava le montagne innevate spezzando il buio di quella notte di Novembre.

Chiusi la porta a chiave, ed iniziai a respirare la storia di quei boschi, di quei monti, e dilatando il pensiero cominciai a chiedermi quante vite e quante storie fossero passate per quelle stanze.
Quanti litigi e lacrime, viandanti in viaggio lavorativo, famiglie.

Quante giovani coppie potessero mai aver fatto l’amore in quella stanza, dalle quali finestre la luna entrava prepotentemente senza chiedere permesso.

Per la prima volta mi sentii in grado ancora di immaginare, di sognare.

Per la prima volta fui solo veramente, senza incubi e dolori a farmi compagnia,
lontano dalla mia vita, lontano da tutto, ma mai come allora fui vicino a me stesso.

Fui felice e dopo troppo tempo finalmente libero.

Una domanda spezzó il fluire dei miei pensieri, fermando addirittura la mia penna, che ormai, senza me ne rendessi conto, ebbe riempito cinque pagine senza che me ne accorgessi:
“Bastava solo un viaggio per stare bene?”

Feci un “sorriso” di sollievo, consapevole che la mia vita non aveva le chiavi di quella stanza di albergo, le avevo solo io, e solo io potevo scegliere cosa e a chi far varcare quella soglia.

Domani sarebbe presto arrivato, in luoghi sconosciuti, da guardare con l’entusiasmo e lo stupore di un bimbo.

Domani, sarebbe venuto il momento di tornare a casa.

Domani sarebbe tornato l’istante per partire di nuovo, ed entrare

“In un’altra stanza.”

Daniel Bertuolo

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