Archeologia: ‘O scarrafone di Cefalù

12095131_996487080373420_7964983599909012782_oNella storia dell’umanità spesso gli animali, e così la loro raffigurazione, hanno assunto un valore simbolico; che anche un insetto possa assumerne uno a noi occidentali può apparire strano, eppure nell’antico Egitto lo scarabeo era emblema di rinascita. Amuleti come questo, realizzato in una preziosa pietra estremamente dura e compatta, la diorite verde, che è uno dei rarissimi esemplari ritrovati al di fuori dell’Egitto, oltre a essere portati in vita al collo in funzione di monili, venivano posti dopo la morte tra le bende delle mummie in corrispondenza del cuore, che veniva estratto durante il rito dell’imbalsamazione.

12239418_996487117040083_2782672885047698103_oDa qui la denominazione di “scarabei del cuore”, di dimensioni maggiori rispetto ad altri amuleti, poiché sulla faccia inferiore, piana, dovevano recare iscritte in geroglifico preghiere e formule magiche tratte dal capitolo XXX di un testo sacro, il Libro dei Morti. Il nostro recita: “O cuore mio, cuore mio della madre mia, cuore mio della mia forma. Sia fatta elevare dalla tomba; sia ella… quando si ode nell’aula delle due giustizie; sia dato a lei la sua bocca ed i suoi occhi, mentre il suo cuore sta fermo al suo posto”.

Questi testi, dapprima dipinti sulle pareti della camera sepolcrale, poi redatti su papiro e infine incisi sugli amuleti in forma di scarabeo, servivano a proteggere il defunto, ad aiutarlo nel suo viaggio verso l’aldilà -che si riteneva irto di insidie e difficoltà- e a impedire di testimoniare contro di esso al cospetto di Osiride, dio dell’oltretomba, al quale spettava il giudizio sulla condotta di vita dell’individuo.

Rinvenuto in un’area sacra all’interno di una grotta presso il castello di Diana a Cefalù, può datarsi con precisione all’età di Thutmose o Tuthmosis IV (1416-1408 a.C.), l’ottavo faraone della XVIII Dinastia del Nuovo Regno, il terzo grande periodo nel quale si divide la storia egiziana.

 

A cura del Museo Archeologico “Antonino Salinas” di Palermo

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