Pescatore di asterischi: “Quel bambino del parco”

QUEL BAMBINO DEL PARCO

Passeggiando nel parco non potei fare a meno di notarlo, boccoli color oro,
Occhi azzurro cielo, e un nasino a patata(come direbbero dalle mie parti).
rideva spensierato anche se aveva le finestrelle ai denti, stava ormai diventando un ometto.

Mi fermai ad osservarlo rapito da quell’innocenza, da quella golosità di scoperta del mondo che tanto chiaramente traspariva dal suo sguardo.

e continuai ad ammirarlo,tra l’altalena e lo scivolo, tra un calcio a quel pallone che era grande quanto lui, e le macchinine che aveva messo sul muretto in fila perfetta con una precisione quasi maniacale.

Il tutto sotto lo sguardo vigile e presente della sua nonna.

Saltava e correva a perdifiato in quella salopette di jeans, troppo grande per lui, ma con la quale poteva giocare senza paura di sporcarsi, con la sua maglietta a righe bianche e rosse, e quelle minuscole scarpette da tennis sporche d’erba grandi come il palmo di una mano.

era un concentrato di energia e voglia di vivere, e, senza che me ne rendessi conto mi accorsi che, guardando quel piccolo principe, mi commossi a tal punto che i miei occhi non poterono fare altro che lasciar cadere una lacrima.

Ma mentre pensai a quanto mi sarebbe piaciuto essere ancora così, spensierato, speranzoso e felice della vita, quel bimbo calciò il suo pallone verso di me, il quale urtando il mio piede mi destò dai miei pensieri.

mentre distolsi lo sguardo da quel pallone bianco e blu sentii una timida voce squillante che mi chiese : ” Scusi signore!mi può passare la palla?”.

Io non riuscii a trattenere un sorriso, con quella lacrima che nel frattempo si asciugò, seccata sulla mia pelle scaldata da un sole in splendida forma.

Raccolsi la palla tra le mie mani e la portai a quel bimbo, che nell’attesa di riaverla si sedette per terra a giocare con le sue macchinine.

mi avvicinai, e con la dolcezza di un padre gli dissi :” Ecco la tua palla cucciolo!”.

Il bimbo posò con amore a terra la macchinina e alzò lo sguardo ringraziando.

in un istante rivissi la mia vita a ritroso,entrando nei suoi occhi azzurri e tornando a 26 anni prima.

mi si congelò il cuore, e di colpo capii chi era quel tenero scricciolo.

quel bambino era il mio io bambino, che mi lanciò la palla affinché potessi tornare a giocare con lui

 

Daniel Bertuolo

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