Bagheria: come i nostri avi, nascondevano la droga sotto il materasso

Sparacino Massimiliano

BAGHERIA (PA) – Nuovo colpo dei Carabinieri della Stazione di Bagheria nel contrasto al fenomeno dello spaccio di stupefacenti, che già la scorsa settimana aveva portato all’arresto di una cittadina bagherese ed alla denuncia in stato di libertà del figlio minore. I militari, nel pomeriggio di sabato 8 novembre, hanno infatti tratto in arresto una coppia di giovani, residenti in via Giovanni Alfredo Cesareo:

–     S. M., macellaio 20enne, già noto alle Forze dell’Ordine;

–     S. S., disoccupata 21enne.

I due, sottoposti ad un normale controllo, avevano sin da subito palesato evidenti segni di  nervosismo, provvedendo all’immediata consegna di 5 dosi di marijuana riferendo che erano destinate all’uso personale, affermazione che nelle loro opinioni avrebbe potuto impedire l’arresto e che, invece, ha destato ancora maggiori sospetti negli investigatori. Ed infatti, la successiva perquisizione domiciliare ha consentito di rinvenire nella camera da letto un piccolo ed organizzato laboratorio per lo spaccio: una bilancia di precisione era servita per pesare e suddividere circa 400 grammi di marijuana che, dopo essere stata raggruppata – evidentemente sulla base delle diverse richieste di mercato – in 160 dosi rispettivamente da 1, 2 e 3 grammi, più due sacchetti da 40 e 80 grammi, era stata occultata all’interno di uno zaino, pronta per essere venduta. Il controllo ha altresì permesso di sequestrare il provento dello spaccio, pari a circa 330 euro che la coppia, in linea con la tradizione dei nostri avi, aveva occultato nel posto ritenuto più sicuro: sotto il materasso.

Gli arrestati, dopo essere stati foto-segnalati presso la Compagnia di Bagheria, su disposizione della dott.ssa Antonia Pavan, PM presso la Procura di Termini Imerese, hanno trascorso le notti di sabato e domenica agli arresti domiciliari presso la propria abitazione, prima di essere tradotti nella giornata di ieri presso il Tribunale di Termini per la celebrazione del processo con rito direttissimo, conclusosi con la convalida degli arresti ed il patteggiamento: per S. M., condannato a due anni e 20 giorni di reclusione e 8000 di multa; mentre per S. S., sei mesi di reclusione e 1000 € di multa, pertanto rimessi in libertà.

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