Abusivismo edilizio: ecco la testimonianza di un lettore

Un nostro lettore, cefaludese di origine, abitante in provincia di Firenze, Maresciallo dei Carabinieri in quiescenza,  ha vissuto lontano da casa per motivi di lavoro fin dagli anni ’70.polizia-municipale1
E, stando a quanto afferma in una nota pervenuta alla nostra redazione, si ritrova ad essere contento di non aver vissuto a Cefalù durante questi anni.

Quella che G.C. racconta è una storia successa a Cefalù, una storia rimasta inascoltata – sostiene il militare – anche dalle Istituzioni cittadine: “…in quel di Cefalù non occorre autorizzazione per realizzare o modificare dei manufatti o si può fare di tutto? È normale che le Autorità non intervengano, anche se chiamate, a fermare un abuso? O come detto alla Cefaludese “ è u paisi ri don lappaniu” che si può tutto “ si unu avi manu”??” In quanto come contribuente di quel comune, in data 08/01/2014, ho formulato la stessa con posta certificata , senza ottenere alcuna risposta”.

G.C. ci racconta una storia ambientata nel centro storico di Cefalù, nel quale la famiglia dell’uomo possiede degli immobili: “sono costretto a pagare le tasse in quel comune, senza avere alcun ritorno anzi, ogni volta che torno il quel comune mi tocca sempre pagare, anche per parcheggiare la macchina” si sfoga il lettore.

I fatti di questa particolare vicenda li lasciamo raccontare al nostro lettore, così come li ha vissuti ed interpretati.

Mia madre di 88 anni, telefona al comando della polizia municipale di Cefalù, per comunicare che una vicina di casa ( centro storico- vicino alla Cattedrale) stava realizzando, dal nulla, un balcone. La risposta è stata “Signora deve venire qui a fare la sua denuncia”, anche se io ricordo che le denunce possono essere fatte sia verbali che scritte, e che l’Autorità che li riceve se ha bisogno della ratifica va, se è il caso, da chi ha segnalato il fatto come reato. Dopo un giorno vengo contattato nella mia abitazione in provincia di Firenze da parenti, dicendomi che mia madre era preoccupata, perché una vicina di casa stava realizzando un balcone proprio vicinissimo alla terrazza di casa mia. Prendo il primo aereo e vengo a Cefalù, sia per tranquillizzare mia madre che per vedere cosa stava accadendo.
Insieme al tecnico di fiducia , dopo aver costatato che la vicina aveva già messo i ferri per poi piazzare la “balata”,  ci recavamo al Comune per informarci se tale realizzazione era stata autorizzata, venendo a conoscenza che non esisteva alcuna autorizzazione in tal senso. Ci portavamo al Comando Carabinieri di Cefalù per formulare la nostra denuncia.
La mattina del 28 novembre 2013 venivo svegliato nelle prime ore dell’alba, da mia Madre che gridava “oh Dio ci sono i ladri!”. Recandomi sul terrazzo notavo che erano dei muratori che stavano continuando l’opera abusiva (infatti avevano messo la balata). A quel punto prendevo il mio cellulare e filmavo quanto stava accadendo. Quindi andavo dai Carabinieri per integrare la denuncia fatta il 25 novembre 2013, sempre nella stessa mattinata sono venuti due vigili urbani per fare il sopralluogo. Sono rientrato a casa mia in provincia di Firenze, convinto di aver fatto il mio dovere, ma soprattutto di aver evitato che venisse realizzata un opera abusiva, e lasciando mia Madre tranquilla che nessuno potesse accedere al suo terrazzo, visto che il balcone non si sarebbe più realizzato. Invece, giorno 21/12/2013, venivo contattato telefonicamente da vicini di casa di Cefalù, che mi informavano che la vicina aveva terminato il balcone incurante di tutto e di tutti. Nei giorni che sono rimasto a Cefalù, a detta di alcuni vicini, si erano portati nel luogo del sinistro più vigili urbani, da me non riconosciuti perché in borghese.

 

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