Duro colpo alla mafia delle Madonie: maxi-sequestro all’imprenditore Farinella

La Direzione Investigativa Antimafia di Caltanissetta ha proceduto, in data odierna,  all’esecuzione di un decreto di sequestro beni emesso, ai sensi della normativa antimafia, dal Tribunale di Caltanissetta in diaseguito alle indagini patrimoniali svolte nei confronti di Paolo Farinella , 70enne nativo di Gangi e residente a Caltanissetta.

Il provvedimento di sequestro è stato valutato in 45 milioni di euro circa e trae origine da complesse attività investigative  iniziate nel2009 dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta alla DIA di Caltanissetta, nell’ambito dell’operazione denominata  “FLOUR”. Le indagini hanno avuto origine da alcune segnalazioni di operazioni bancarie sospette avvenute presso una azienda bancaria sedente nella provincia di Caltanissetta, che hanno riguardato movimenti bancari eseguiti da Paolo Farinella e dalla figlia Rosalba.

Entrambi gli indagati risultavano essere titolari di imprese di costruzioni che si occupavano della realizzazione di numerose opere pubbliche, titolari di aziende agricole e proprietari di numerosi fabbricati e vasti appezzamenti di terreno situati nelle province di Caltanissetta e Palermo, in particolare nella zona di Gangi, nelle alte Madonie.

Stante a quanto affermato dagli inquirenti, pare essere stata inquadrata la caratura criminale di Farinella, ritenuto in contatto in qualità di interlocutore privilegiato con personaggi di spicco della mafia operanti nei territorio di Palermo, Trapani e Caltanissetta.
La vicenda riguardante la Paolo Farinella inizia decenni fa con il cugino Cataldo Farinella, costruttore inserito nella mafia palermitana implicata nella gestione degli appalti. Lo stesso era già stato sottoposto, nel lontano 1992, a misura di prevenzione personale e patrimoniale, revocata in seguito al decesso. Il cugino Paolo è a quel punto subentrato nella gestione delle imprese mantenendo gli stessi rapporti con i personaggi legati alla criminalità organizzata siciliana.

Ulteriori risultati emersi durante le indagini hanno permesso di evidenziare la notevole differenza fra i redditi dichiarati dal nucleo familiare ed il reale valore del patrimonio riconducibile allo stesso.
Sono state quindi sequestrate alla famiglia 5 società edili con sedi a Gangi, Palermo, Livorno e Roma, due ditte agricole a Caltanissetta ed a Gangi, 25 fabbricati nelle province di Palermo e Caltanissetta e terreni, sempre nelle stesse zone, per un’estensione di oltre 150 ettari.

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