Presentazione Libro Prof. Marcello Panzarella – Associazione “Officine Culturali Costanza d’Altavilla”

Sabato 14 dicembre, alle ore 17:00 presso il Circolo Culturale Unione, sito incostanza_daltavilla
corso Ruggero 131, verrà presentato il libro del Prof. Arch. Marcello
Panzarella “Culotta e Leone a Cefalù”. Interverranno: Arianna Attinasi,
editore; Santo Giunta, Ricercatore di Composizione Architettonica e Urbana
presso la facoltà di Architettura di Palermo, Direttore della collana
<<Questioni di Progetto>>; Andrea Sciascia, Ordinario di Composizione
Architettonica e Urbana, Coordinatore del Corso di Laurea Magistrale in
Architettura presso la facoltà di Architettura di Palermo; Valeria Piazza,
Presidente “Officine Culturali Costanza d’Altavilla”.
Il libro si presenta come un omaggio ai due architetti cefaludesi, Pasquale
Culotta e Giuseppe Leone, la loro attività la ritroviamo nelle migliori riviste
specialistiche, essa è stata commentata e studiata da ricercatori di fama
internazionale, ed è stata esposta in mostre prestigiose, ricevendo premi e
riconoscimenti nazionali. Le architetture e gli interventi nel centro urbano di
Cefalù sono sotto gli occhi di tutti. Portando i critici a battezzare le
esperienze di Culotta e Leone come “La scuola di Cefalù”.
L’autore ci introduce in questo modo al libro:
“L’opera e la complessiva testimonianza dell’architettura realizzate dagli
architetti Pasquale Culotta e Giuseppe Leone a Cefalù, mi appaiono, adesso che
sono concluse, in una luce diversa, come la testimonianza di un tempo
irripetibile. Con nostalgia, e anche un certo rammarico per la irrevocabilità
del passato, ripenso adesso a ciò che quelle architetture furono capaci di
indurre al loro intorno, e a ciò che esse hanno rappresentato per questa città:
una grande stagione di crescita, e – nel volgere degli anni – la costruzione di
una grande, corale vitalità, un esempio davvero unico e uno stimolo per i tanti
collaboratori e per i più giovani amici. Ricordo, non da architetto, ma per
essere nato e cresciuto qui, ciò che questa piccola città era sullo scorcio
degli anni ’50; un piccolo luogo straordinario che, proprio rispetto all’
architettura, si trovava come sospeso in una condizione d’incanto, un misto di
rusticità e di verginità naturale. …”

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