Cefalù, servizio idrico: l’amministrazione lotta per riavere la gestione delle acque cittadine mentre continuano i disagi per i residenti

Le analisi confermano le preoccupazioni dei residenti del centro storico, e mettono a dura prova il Comune che deve affrontare una situazione sempre più complessa.
Problemi legati alla salute pubblica si affiancano ai cronici problemi finanziari, legati al servizio idrico.
Le difficoltà che l’ente si trova a fronteggiare risultano legate infatti, oltre che al fallimento di APS, alla malsana gestione – sotto l’amministrazione precedente –  delle titolarità di crediti e debiti in seno al rapporto APS-Comune di Cefalù e  Sorgenti Presidiana.

Se da un lato l’ente è tenuto a pagare la potabilizzazione delle acque alla società gestita da Vezio Vazzana, dall’altro non ha alcun introito dalla fornitura del servizio idrico, poiché tale titolarità è in capo alla Acque Potabili Siciliane, società peraltro dichiarata fallita da ormai due mesi. Con tali presupposti risulta impossibile – sostiene il Sindaco –  intervenire sulla qualità delle condutture, oltre che sulla gestione finanziaria del servizio che mette in seria difficoltà il comune, ritrovandosi quest’ultimo in “eccessiva onerosità Rosario Lapunzinasopravvenuta”. Stando alle parole del sindaco, è da più di un mese che l’ente prova a riconquistare la titolarità del servizio idrico, ma permangono delle effettive difficoltà di tipo legislativo. Tale misura potrebbe garantire all’ente – secondo il primo cittadino – il ripristino di una linearità tra debiti (sorgenti presidiana) e crediti (bollette degli utenti), che mettono a dura prova le casse cittadine.

Pare infatti che, a causa di alcuni ritardi nei trasferimenti,  negli ultimi giorni la società che si occupa della potabilizzazione delle acque cittadine stia provando una manovra estrema per la riscossione delle fatture, che potrebbe consistere nella riduzione delle quantità normalmente garantite, se a strettissimo giro non rientra dei crediti vantati. Il Primo Cittadino rassicura però i residenti degli altri quartieri della città, confermando che il problema è legato alla vetustà delle condutture del centro storico.

Arrivano oggi, inoltre, i risultati dei campionamenti effettuati in via Caracciolo, Via Costa, Via Veterani e Via Botta dall’ASP Palermo     ( Dipartimento di Prevenzione – U.O.C. Igiene degli Alimenti, Sorveglianza E Prevenzione Nutrizionale) .

Gli stessi, oltre a confermare la presenza di ferro in quantità, in taluni casi di molto superiore ai limiti di legge, evidenziano anche la presenza di altre sostanze di origine minerale ( Alluminio, Arsenico, piombo, manganese) in misura incompatibile con l’uso dell’acqua per scopi alimentari.  Il Sindaco, pertanto ha confermato l’ordinanza n. 86 dell’ 11 novembre 2013 che      “vieta temporaneamente e fino a nuova disposizione l’uso dell’acqua del pubblico acquedotto e distribuita, nel Centro Storico, del Comune di Cefalù per scopi potabili ed alimentari”.  Il Comune sta inoltre  valutando iniziative idonee a tutela della salute pubblica, e di intraprendere azioni legali nei confronti di quanti tenuti al controllo e alla manutenzione della rete idrica.
Visto il perdurare della non potabilità dell’acqua nel centro storico, l’Amministrazione comunale per agevolare i cittadini nell’approvvigionamento dell’acqua potabile, anche durante gli orari di chiusura al transito automobilistico del centro storico, ha disposto il trasferimento dell’autobotte, contenente acqua potabile proveniente dalla Sorgente Favara di Collesano, da piazza Garibaldi a piazza Colombo.

 

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