Berlusconi, la Giunta ha deciso: il Cavaliere è decaduto

Dopo un’ora di seduta pubblica e cinque di camera di consiglio, la Giunta per le elezioni del Senato ha deciso: Silvio Berlusconi è decaduto. Dopo la condanna definitiva per frode fiscale che prevede come pena accessoria ++ CONSULTA: SI' CONFLITTO SU QUERELA DI PIETRO A PREMIER ++l’interdizione dai pubblici uffici, l’ex Presidente del Consiglio dovrà quindi lasciare la sua carica di senatore della Repubblica se dopo il parere a lui sfavorevole della Giunta, il Senato ratificherà la proposta – cosa a questo punto molto probabile, dato che la stessa Giunta è espressione delle forze politiche che siedono a palazzo Madama.
All’appuntamento con questa discussa decisione, il centrosinistra, Scelta Civica , Sel e il Movimento 5 Stelle sono arrivati decisamente orientati verso la decadenza; il Pdl, dapprima aveva fatto quadrato attorno al proprio leader sostenendo che la legge Severino che prevede la decadenza non era applicabile al caso perché non ancora in vigore quando è stato commesso il fatto imputato al Cavaliere. Ma negli ultimi giorni, e soprattutto dal voto di fiducia al Governo che ha visto 50 pidiellini votare contro la decisione di Berlusconi di rinnovare l’accordo con il Pd, il Pdl si è “spaccato”, e ora voci favorevoli alla decadenza sembrano provenire anche dal centrodestra. In particolare i candidati al Senato risultati tra i primi non eletti premerebbero perché Berlusconi lasci il seggio, bardati di giustizialismo, ma senza dubbio impazienti di prenderne il posto. Indignata la reazione dell’ex premier: “Quando si viola lo stato di diritto si colpisce al cuore la democrazia. Questa indegna decisione è stata frutto non della corretta applicazione di una legge ma della precisa volontà di eliminare per via giudiziaria un avversario politico”. Gli avvocati del Cavaliere, bollando la Giunta per le elezioni come non imparziale, sostengono sia una decisione che “mina profondamente la storia democratica del Paese e lo stato di diritto”. Già pensano al ricorso a Strasburgo, e ,in attesa che l’aula si esprima, guardano all’Europa per stabilire se tale decisione sia davvero legittima.

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