Cefalù sul filo del rasoio: scongiurato,forse, il rischio scioglimento

Lo scorso 22 agosto si sono verificati due episodi che hanno scosso – o avrebbero dovuto scuotere – la vita politica cefaludese. consiglio comunale
Per la prima volta dopo tre mesi, l’opposizione ha deciso di riprendere parte ai lavori consiliari. In quell’occasione, in controtendenza rispetto al passato, l’opposizione che aveva fino a quel momento sostenuto la maggioranza approvando i numerosi rendiconti a partire dall’anno 2008 ha – con otto voti contrari e due astenuti (Messina Paquale e Iuppa Giovanni) – metaforicamente “staccato la spina” all’attuale amministrazione non approvando il rendiconto per l’esercizio finanziario 2012 . Tale votazione ha aperto numerosi scenari procedurali e politici.
La bocciatura del rendiconto comporta la nomina, da parte dell’assessorato agli Enti Locali, di un commissario ad acta il quale diffiderà i consiglieri assegnando loro un termine per l’approvazione pena lo scioglimento del consiglio. In merito a tale nomina, il primo cittadino ha sostenuto che il commissario arriverà a breve e svolgerà l’iter previsto dall’Ordinamento Regionale Enti Locali della Sicilia. In particolare il commissario ad acta predisporrà d’ufficio uno schema di bilancio; a quel punto il consiglio comunale avrà 30 giorni di tempo per approvare il rendiconto. In caso di esito negativo sarà lo stesso commissario ad approvare il bilancio e contestualmente verrà sciolto il consiglio inadempiente, che si potrà rinnovare solo al primo turno elettorale utile.

Da un punto di vista prettamente politico, la situazione appare alquanto ingarbugliata: una volta scongiurato l’incubo dissesto, l’opposizione non sente più l’esigenza etica o politica di sostenere l’amministrazione in ambito economico. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: con soli 10 consiglieri comunali a sostegno dell’amministrazione, quest’ultima non ha più i numeri per poter governare. Le forti dichiarazioni del sindaco all’indomani della bocciatura del rendiconto, hanno lasciato poi spazio al silenzio. Si tratta di un silenzio probabilmente indicativo di giochi politici in favore della governabilità. In un precedente articolo avevamo sottolineato come, nel caso si raggiungesse un accordo politico, questo potrebbe vedere possibilmente una nuova maggioranza formata da 11 o 14 consiglieri. Il tutto per il primo cittadino non sarebbe di certo a costo zero: è molto probabile che un accordo del genere, qualora venisse accettato, vedrebbe come contraltare un rimpasto di giunta, parziale o totale. In prossimità dell’arrivo del commissario ad acta, abbiamo raggiunto telefonicamente il sindaco Rosario Lapunzina che sostiene di non essere preoccupato dal rischio un possibile scioglimento del consiglio escludendo, come era già accaduto, totalmente l’ipotesi: “l’Organo consiliare, in seguito alla diffida da parte del Commissario ad Acta, approverà senza difficoltà il rendiconto”.
L’ottimismo del sindaco sembra però scontrarsi coi numeri in aula. Ad oggi, infatti, non è stato reso noto alcun accordo fra le parti politiche. Dunque, anche se in questo caso si riuscisse a scongiurare il pericolo scioglimento, la mancanza di una maggioranza stabile in grado di assicurare governabilità, terrebbe comunque i cittadini col fiato sospeso, temendo una nuova crisi che, allo stato attuale, potrebbe essere dietro l’angolo. L’affidamento su “appoggi esterni” o su momentanee maggioranze, basate su punti programmatici, potrebbe quindi non essere la scelta più lungimirante: un rimpasto di giunta e nuove alleanze basate su un nuovo programma condiviso potrebbero invece portare ad una maggioranza stabile in grado di proseguire i lavori fino al termine naturale del mandato.

L‘agognato cambio di rotta porterebbe non solo ad una nuova maggioranza -ad oggi inesistente- ma anche al favore dei cefaludesi, che senz’altro accoglierebbero favorevolmente l’arrivo di nuovi assessori. E’ notorio infatti come il lavoro di diversi assessori del comune di Cefalù non sia molto apprezzato da una buona parte della collettività. Ciò che ultimamente ha suscitato altro scalpore è stata la nomina di alcuni consulenti esterni (a titolo gratuito) che andranno ad occuparsi di settori già in delega agli assessori (vedi Turismo e Ambiente). Per molti è in questa singolare sovrapposizione di incarichi che va rintracciata la prova dell’inefficienza degli attuali componenti della giunta.

“Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”: dopo quasi un anno e mezzo di amministrazione molte sono le lacune ed i passi falsi di cui si sono resi autori, a più riprese, alcuni assessori della città. Fra iniziative cadute nel dimenticatoio (vedi Banca del Tempo), assessori invisibili e mancanza di progettualità a lungo termine, sembra sia arrivata l’ora per Lapunzina di continuare ad essere il sindaco dei cittadini, prendendo, anche con rammarico e dispiacere, scelte dolorose per il bene della città.

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