Cefalù verso un azzeramento di giunta?

Il ritorno dell’opposizione in aula, dopo diversi mesi di assenza, insieme alla bocciatura del rendiconto per l’esercizio finanziario 2012, apre diversi scenari possibili. cons-com
Dopo aver illustrato, in un precedente articolo, quali potrebbero essere le conseguenze giuridiche e procedurali di tale atto, vi sono altresì alcune considerazioni politiche che possono essere espresse alla luce degli ultimi accadimenti.

La prima condizione che si viene a determinare è quella secondo cui, una volta scongiurato l’incubo dissesto – a causa di un vuoto legislativo della Regione Sicilia dovuto alla mancanza di recepimento di una norma nazionale – l’opposizione non sente più l’esigenza etica e politica di sostenere l’amministrazione in ambito economico. Quella in scena ieri sera è stata un’opposizione che si è posta in antitesi con la giunta comunale, dando filo da torcere al Sindaco Lapunzina. L’altra, la seconda, considerazione evidente è che la maggioranza non ha numeri per poter amministrare la città. Prova ne è la bocciatura del bilancio consuntivo di ieri sera. L’aula consiliare infatti appare spaccata in due: da un lato i dieci consiglieri di maggioranza, dall’altro i dieci dell’opposizione, con due gruppi politici rilevanti quali Grande Sud e Pdl. L’opposizione consiliare quindi, tornando in aula, ha mostrato la sua forza numerica, che è in grado di mettere a serio rischio l’operato della maggioranza. La scelta di rientrare presso Sala della Capriate rappresenta un cambio di rotta: il quadro che ne viene fuori è quello di un’opposizione che torna a svolgere pienamente il proprio ruolo.

Forte la reazione di Rosario Lapunzina, il quale ha evidenziato come la mancata approvazione del rendiconto non dipendesse da scelte tecniche, bensì politiche: “ha contato esclusivamente la perdurante spaccatura in due dell’Aula, questione politica della quale dovrà certo tenersi conto, e la necessità per i consiglieri della Opposizione di dar prova di esistenza in vita, dopo la fallimentare esperienza di un “Aventino” che li ha visti assenti per oltre 4 mesi. Una scelta, quella odierna, che, tuttavia, come la precedente, non giova agli interessi della Comunità, avendo solo un fine dimostrativo. Alla luce delle attuali circostanze, appare chiaro quindi come l’equilibrio politico cefaludese stia attraversando un periodo di transizione, al termine del quale sarà facile osservare qualche mutamento nella composizione del consiglio comunale e della giunta. La mancanza dei numeri per poter amministrare potrebbe costringere l’attuale giunta comunale a compiere nuovi accordi in favore della governabilità.
Anche in una dichiarazione del Sindaco, fra le righe, i più maliziosi, potrebbero leggere una tale dichiarazione d’intenti: “siamo e saremo, in ogni caso, impegnati a lavorare per rasserenare il clima politico, perché è questo ciò che chiede la Gente”.

In merito al rischio di scioglimento del consiglio comunale infine l’Amministratore della città ha escluso totalmente l’ipotesi: “sono dunque certo che, dopo la imminente diffida da parte del Commissario ad Acta, l’Organo riuscirà, senza tante difficoltà, ad approvare l’atto”.

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