In queste ore si è formato definitivamente il governo dalle larghe intese.
I risultati elettorali incerti hanno finito per creare un clima di ingovernabilità, al quale i partiti tradizionali hanno tentato di dare una risposta “per il bene dell’Italia”.
Il governo è stato quindi formato, con Enrico Letta come premier.
Il Pdl ha ottenuto un importante riconoscimento, con la nomina di Angelino Alfano come vicepremier e ministro degli Interni.
All’economia, è stato nominato ministro il direttore generale di Bankitalia, Saccomanni, mentre ad Emma Bonino, proposta da molti opinionisti ed intellettuali quale presidente della Repubblicca, è stato assegnato l’importante ministero agli Esteri.
Si tratta di un governo con una nutrita presenza femminile: dei 21 ministri, ben 7 sono donne.
Tra queste ultime, anche un ministro di colore: Cecile Kyenge, del Partito democratico, è stata infatti nominata come ministero dell’Integrazione.
Anna Maria Cancellieri, ministro degli Interni del governo Monti, approda invece alla Giustizia.
Esterno alla politica, è stato nominato ministro al Lavoro e alle Politiche sociale il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini.
Anche Scelta civica per Mario Monti ha ottenuto alcuni dicasteri. Uno dei più rilevanti è senz’altro quello affidato a Mario Mauro, insediato alla Difesa.
Il settore dell’istruzione invece è stato assegnato ad una parlamentare del Pd: si tratta di Maria Chiara Carrozza, ex rettore dell’Istituto San’Anna di Pisa.
Il Partito democratico conquista inoltre uno dei ministeri fondamentali per la nostra isola. Ai Beni e attività culturali e Turismo si insedia infatti Massimo Bray, direttore editoriale Treccani e deputato del Pd.
Rimane fuori dai giochi, come ci si aspettava a seguito delle ultime prese di posizioni politiche, il Movimento 5 Stelle, vera sorpresa, in fatto di consenso, alle ultime tornate elettorali.
28/04/13