Sul rischio commissariamento il silenzio della politica cittadina

Ormai è trascorso un mese dal ritorno in aula consiliare da parte dell’opposizione e dalla bocciatura del rendiconto per l’esercizio finanziario 2012. Le conseguenze di tale atto sono chiare a comportano la Cons. Comunalenomina,  da parte dell’Assessorato agli Enti Locali, di un Commissario ad acta che proporrà nuovamente ai consiglieri il rendiconto da approvare. In caso di esito negativo, oltre i 30 giorni concessi all’organo consiliare, si procederà allo scioglimento dello stesso. Contestualmente alle conseguenze giuridiche, una parentesi era stata aperta sulle considerazioni politiche. L’attuale giunta comunale non ha infatti i numeri per poter amministrare e necessita di nuovi accordi con le forze dell’opposizione, così come allusivamente dichiarato dal sindaco all’indomani della bocciatura del rendiconto: “siamo e saremo, in ogni caso, impegnati a lavorare per rasserenare il clima politico, perché è questo ciò che chiede la gente”.

Una volta scongiurato l’incubo dissesto – a causa di un vuoto legislativo della Regione Sicilia dovuto alla mancanza di recepimento di una norma nazionale – l’opposizione ha dimostrato di non sentire più l’esigenza etica e politica di sostenere l’amministrazione in ambito economico. Ne consegue che il Sindaco Lapunzina sarà costretto ad un accordo per poter continuare ad amministrare, a partire dall’approvazione del rendiconto 2012.
Malgrado il primo cittadino tenti di formulare gli accordi attraverso la sottoscrizione di particolari punti programmatici (vedi caso cons. Barranco) oggi, per avere i numeri in consiglio, potrebbe essere necessario un rimpasto o addirittura un azzeramento di giunta. Le forze politiche che si muovono fra i banchi dell’opposizione difficilmente potrebbero accontentarsi di un accordo basato su punti programmatici. Escludendo i consiglieri che, negli ultimi mesi, hanno scelto di passare dalla maggioranza all’opposizione, gli scenari più probabili vedrebbero la formazione di una nuova possibile maggioranza a 11 o a 14 consiglieri. Per le vicissitudini storiche locali ben note è particolarmente difficile che il gruppo Pdl decida di formulare un accordo con il sindaco Lapunzina, da sempre ostico avversario delle trascorse amministrazioni in chiave Pdl. Una maggioranza a 11 consiglieri potrebbe quindi coinvolgere il consigliere di opposizione da sempre indipendente rispetto ai partiti politici. In questo caso, è ipotizzabile che uno fra gli assessori al comune di Cefalù venga rimosso per dar spazio a nuove istanze politiche. Nel caso di una maggioranza a 14 consiglieri, che coinvolgerebbe il gruppo Grande Sud (è impensabile che una tale forza in consiglio possa scindersi)  è probabile la sostituzione di almeno due fra gli assessori attualmente in carica. In merito alla posizione occupata dal Presidente del Consiglio, vista la tenacia con la quale il Presidente ha legittimamente resistito ai tentativi dell’opposizione di farlo dimettere, è probabile che tale figura istituzionale non venga toccata dai giochi politici. Il silenzio di queste settimane è indice del fatto che sono in corso bracci di ferro di vario genere fra le forze politiche della città che, alla fine della trattativa, porteranno molto probabilmente ad importanti cambiamenti nell’assetto politico cefaludese.

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