Sequestro all’imprenditore Farinella: i dettagli della vicenda

In merito all’operazione Flour che ha portato al sequestro di un patrimonio per un valore accertato di 45 milioni di euro all’imprenditore originario di Gangi Paolo Farinella, determinanti per la ricostruzione sono diastate le operazioni effettuate su un terreno di proprietà della famiglia.
Un terreno di vaste dimensioni (circa 300 ettari) sito in contrada Mimiani a Caltanissetta con annessa un’azienda agraria è risultato essere utilizzato in passato come riserva di caccia per diversi esponenti della mafia siciliana, anche nel corso delle loro latitanze.

Il terreno esaminato era già destinatario nel 1992 di un provvedimento ablativo in contesto di misura di prevenzione disposta dall’allora autorità giudiziaria palermitana. La zona interessata risultava intestata per 2/3 al cugino Cataldo Farinella, ormai defunto, e per 1/3 a Paolo Farinella. In seguito alla morte del cugino, gli uffici competenti hanno acclarato che era Paolo Farinella a gestire l’intera proprietà terriera, evidenziandone anche il ruolo di dominio anche per tramite di prestanome identificati. Per di più il terreno che produceva già di per sé cospicue rendite fondiarie è risultato essere beneficiario di ingenti contributi pubblici erogati dall’AGEA, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura.

Sono proprio le rendite finanziarie del terreno che hanno permesso di accertare che, gli introiti derivanti da un bene acquisito con capitali di provenienza illecita, sono stati utilizzati per finanziarie le imprese di costruzioni riconducibili a Paolo Farinella e per acquistare immobili intestati ai componenti del nucleo familiare.

In virtù di un “obbligo d’onore” Paolo Farinella inoltre sovvenzionava la vedova del cugino Cataldo. Quest’ultima non aveva alcun titolo alla percezione di tali somme.

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