Federconsumatori contro i disservizi del distretto sanitario

Federconsumatori CefalùGent.mo direttore.

Essendomi incontrato – casualmente – alcuni giorni addietro con alcuni medici di medicina generale e, sapendo dell’incarico che rivesto, mi hanno voluto informare di quanto segue e che mi obbligano ad alcune riflessioni:

a partire dai primi giorni di febbraio, i medici di medicina generale non possono più prescrivere l’esame mammografico col codice D03 (prevenzione) in quanto le donne in fascia d’età 50-69 anni – secondo quanto precisato in una nota del Dipartimento di Prevenzione, dell’UOC di Sanità Pubblica Epidemiologia e Medicina Preventiva e, dell’Unità Operativa Centro Gestionale Screening – devono essere indirizzateesclusivamente presso le strutture aziendali preposte alle attività di screening.

Per quanto riguarda la popolazione del distretto 33, ciò significa che le donne, prenotando l’esame mammografico al n° verde dedicato (800833311), dovranno poi effettuarlo presso il centro più vicino che risulta  essere allocato presso l’Ospedale Cimino di Termini Imerese.

Se da un lato è indiscutibile, anzi fortemente auspicabile, che la partecipazione della popolazione allo screening vada incentivata quanto più possibile, permettetemi, tuttavia, di evidenziare alcune criticità che rischiano di sminuire la validità dell’offerta assistenziale.

  1. Il mancato coinvolgimento della Fondazione Giglio di Cefalù, presso cui è riconosciuta, a livello regionale, la presenza di una Breast Unit, unità multidisciplinare di senologia che si prende cura della paziente con problematiche senologiche in tutte le fasi assistenziali, dalla diagnosi  alla terapia e, al follow-up.
  2. Proprio la presenza presso la Fondazione Giglio di Cefalù di una Breast Unit in cui vi operano degli eccellenti professionisti ha, nel corso degli anni, sopperito alle richieste di prevenzione derivanti dal territorio e creato, nella popolazione ivi residente (e di tutto il distretto 33) una fiducia ed una soddisfazione via via crescente nei servizi senologici offerti  dalla stessa.
  3. La mancanza di un mammografo “digitale” a sede fissa nella città di Cefalù (si aspetta che venga mantenuta la promessa fatta dal dott. Noto – ex dir. Sanitario – dell’acquisto di tre mammografi “digitali” di cui uno per Cefalù), con la necessità di spostarsi a Termini Imerese, comporta sicuramente ulteriori disagi temporo-spaziali ed economici per una popolazione che vede sempre più allontanarsi la rete dei sistemi assistenziali, e non solo sanitari.
  4. La mancanza di un contatto diretto medico-paziente nello screening, con successiva difficoltà relazionale che, in presenza di una struttura ospedaliera qualificata quale quella di Cefalù, pone serie difficoltà all’affermarsi di tale processo sanitario.

A fronte di tali criticità, molte donne potrebbero essere costrette a “rinunciare” all’offerta sanitaria ignorando del tutto la prevenzione (rinunciando quindi all’esame) oppure, sobbarcandosi il pagamento di un ticket per l’effettuazione dell’esame mammografico presso una struttura più vicina, non facendo quindi ricorso al codice D03 (ciò, tra l’altro, potrebbe mettere i medici di medicina generale nella difficoltà di dover in qualche modo, motivare clinicamente un esame mammografico non in prevenzione).

D’altro canto, si sa che il mammografo allocato presso l’ospedale Giglio di Cefalù, esplica la sua attività solo per turni giornalieri di sei ore, restando quindi,  non utilizzato per le restanti sei ore. E, perché?

Alla luce di queste considerazioni, mi permettete allora di formulare una proposta di collaborazione tra le due strutture sanitarie, quella dello screening e quella dell’Ospedale Giglio di Cefalù? Ecco come:

  1. l’espletamento presso l’ospedale Giglio di Cefalù degli esami di screening mammografico (con personale tecnico dell’ASP e lettura centralizzata a Palermo da parte dei medici radiologi competenti del centro di screening). Tali esami resterebbero, inoltre, facilmente visionabili in loco nel caso di prosecuzione diagnostica;
  2. effettuazione dei richiami (ecografie e mammografie) e degli ulteriori approfondimenti diagnostici (interventistica senologica e risonanza magnetica mammaria) presso l’ospedale Giglio di Cefalù.
  3. prosecuzione dell’eventuale percorso terapeutico presso la Breast Unit di Cefalù.

Ritengo infine e concludo, che una tale collaborazione permetterebbe una più facile e massiccia adesione al programma di screening; un minore disagio logistico ed emotivo per le donne residenti nei comuni afferenti al distretto 33; una migliore e più completa utilizzazione delle risorse tecnologiche già ubicate sul territorio presso l’ospedale di Cefalù ed una più efficace ed efficiente attività della Breast Unit del nostro nosocomio.

Questo, è tutto ciò che mi sentivo di dirvi. A Voi, il compito di valutare e fare le migliori scelte per le donne del distretto 33. Distinti saluti

Giovanni Brocato

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