Due sequestri a esponenti mafiosi in provincia di Palermo

Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha confiscato questa mattina due aziende dedite al commercio di materiali da costruzione, un panificio, due agenzie di scommesse sportive, due appartamenti, un box ed una polizza vita, tutti situati nel quartiere palermitano di San Lorenzo, per un valore complessivo di oltre 1.300.000 di euro. Interessato dalla confisca è Giuseppe Provenzano, arrestato dalla Guardia di Finanza alla fine del 2009, ritenuto “uomo d’onore” della famiglia mafiosa di Palermo Tommaso Natale, condannato con sentenza divenuta definitiva, alla pena di dodici anni di reclusione perché ritenuto responsabile del reato di associazione mafiosa.

La confisca eseguita dal Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo conclude quindi il procedimento per l’applicazione della misura di prevenzione, personale e patrimoniale, iniziato a suo tempo a suo carico. Nel 2013, infatti, i beni in questione erano stati sequestrati in esito alle indagini condotte dal G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Palermo che, oltre ad accertare che i centri scommesse, anche se intestati a prestanome, erano riconducibili al PROVENZANO, hanno dimostrato come i redditi dallo stesso e dal suo nucleo familiare dichiarati non fossero sufficienti per giustificare gli acquisti e gli investimenti effettuati negli anni. Si è così potuto ritenere che i beni oggi sottoposti a confisca fossero stati nel tempo acquisiti con il frutto di attività illecite, poste in essere dall’organizzazione mafiosa di riferimento.

Un’attività svolta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Palermo ha invece consentito l’emissione da parte del Tribunale di Palermo di provvedimenti di sequestro beni per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro a carico di  Filippo Salvatore Bisconti, nato a Belmonte Mezzagno, conseguentemente alla nota operazione antimafia “PERSEO” che, nel dicembre del 2008, aveva consentito di trarre in arresto tra gli altri anche lo stesso Bisconti perché ritenuto responsabile, nella sua qualità di esponente della famiglia mafiosa di Belmonte Mezzagno, reo di aver avuto molteplici contatti finalizzati alla trattazione di affari illeciti ed in particolare alla ristrutturazione dell’intera organizzazione Cosa Nostra.

La complessa attività investigativa, svolta attraverso minuziosi accertamenti patrimoniali sui beni ritenuti nella sua disponibilità aveva già consentito di individuare e sequestrare un ingente patrimonio illecitamente accumulato in diversi anni di malaffare, per un valore di circa 3 milioni di euro, costituito dall’attivo fallimentare di una società, dall’intero capitale sociale con relativo complesso di beni aziendali di una seconda azienda, 4 rapporti bancari, automezzi e immobili. Il patrimonio oggi sottoposto a sequestro, del valore anch’esso di 3 milioni di euro circa, è costituito da altre quote societarie e immobili.

 

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