Anziani rapinati e percossi, in arresto giovane rumeno

Nella mattinata del 2 ottobre, a Palermo, presso il Carcere “Ucciardone”, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Bagheria hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Termini Imerese (PA) nei confronti di N. C., classe 1987, già recluso per altra causa, accusato di rapina in abitazione, sequestro di persona e ricettazione di un telefono cellulare asportato nel corso di ulteriore episodio di rapina. Il giovane rumeno ha portato a compimento due rapine in due diverse abitazioni ag agosto e a dicembre 2013, a danni di anziani e con la complicità di una vera e propria banda di 4 elementi. Secondo l’attività di indagine condotta dal PM Gallucci della Procura di Termini Imerese, le due rapine presentano diverse analogie: gli stessi autori innanzitutto, l’accurata scelte delle vittime, anziani e abitanti in zone isolate. I fautori del reato, coperti da passamontagna, non si sono risparmiato percosse violente verso una 85enne la prima volta, sequestrando una coppia e immobilizzandoli con del nastro adesivo, la seconda. Dalle abitazioni venivano sottratti computer, monili in oro ed un televisore, fino a quando i malcapitati non erano riusciti a liberarsi per chiamare i soccorsi; inoltre le indagini hanno evidenziato l’organizzazione della banda di ladri che evidentemente conosceva le abitudini delle vittime prescelte e un’ottima padronanza tecnica degli strumenti di cui si è servita per eseguire il colpo.  A rivolgere l’attenzione degli inquirenti nei confronti del NEAGU sono stati, sin da subito, gli esiti della comparazione delle informazioni raccolte da diversi soggetti, che hanno trovato positivo riscontro sia nei filmati estrapolati dai sistemi di videosorveglianza che nei frequenti servizi di osservazione, controllo e pedinamento espletati dai Carabinieri, dai quali si evinceva l’utilizzo del telefonino asportato nel corso della rapina consumata l’8 agosto 2015. In aggiunta, decisiva si è dimostrata l’attività di comparazione dei profili biologici estrapolati dai campioni rinvenuti sul luogo della seconda rapina, operazione effettuata dal R.I.S. dei Carabinieri di Messina, che ha consentito di risalire con certezza al DNA del rumeno sulla scena della rapina del 21 settembre. L’attenzione degli inquirenti si concentrerà ora sull’identificazione degli altri membri della banda, italiani e stranieri, e sull’accertamento delle rispettive responsabilità anche in relazione ad altre rapine in abitazione perpetrate, con medesimo modus operandi, nel territorio di Altavilla Milicia nell’estate 2013. In particolare, le attività parrebbero dirigersi sulla figura di un italiano, perfetto conoscitore dell’area e che avrebbe diretto gli altri membri, fornendo loro informazioni cruciali sul territorio e sulle inermi vittime da colpire.

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