Castelbuono: comizio tutor. Il PD non ci sta.

Prosegue a ritmi serrati la fiction dal titolo “Ai confini della realtà” che ha come protagonisti il sindaco Tumminello e la sua Mini Giunta. Ecco gli ultimi tragici risvolti: da domenica sera Tumminello e’ un sindaco dimezzato. I “molti” che sono pronti a scendere in campo al suo fianco, in realtà sono molto “pochi”; tre, quattro persone che decidono tutto per lui. Il Sindaco baldanzoso di qualche tempo fa, che chiedeva le dimissioni a tutti intorno a lui, il Sindaco del “non mi dimetterò mai”,  e’ degradato sul campo.  Ormai è alle dirette dipendenze politiche di alcune persone che hanno di fatto commissariato la Mini Giunta pasticciona, inconcludente ed incapace.

La rappresentazione plastica di questo “tutoraggio” l’abbiamo avuta domenica scorsa durante il comizio in cui doveva scoccare “L’ora della verità”.  Un semplice cittadino, che nulla ha più a che vedere con la politica attiva e non ha ruoli istituzionali ci ha spiegato, sovrapponendo e mischiando alcuni dati (a proposito: come li ha ottenuti?), che tutto va bene. Ci ha anche spiegato che il sindaco sarà “bacchettato” per non aver attuato alcuni punti di programma. Insomma gli ha fatto un “esamino” a tutti gli effetti. Uno spettacolo incredibile e spiazzante, nella misura in cui il sindaco era presente (e plaudente) sotto il palco! Sembrava una scena di “Amici miei” di Monicelli. La cosa grave è che era tutto tristemente reale.

Ci piacerebbe vederli i dati “della prefettura” dai quali si evince che le presenze, a Castelbuono, sono aumentate. E incrociarli, questi dati, con quelli (nerissimi) delle presenze nei ristoranti e nelle strutture ricettive del paese. Si capirebbe che la principale causa della crisi degli esercizi commerciali e delle strutture ricettive risiede nel modo in cui questa amministrazione ha governato il turismo, abbracciando di fatto “il turismo mordi e fuggi”. E rendendo pubblico il tutto si comprenderebbe chiaramente il dramma di un paese fermo, in preda ad un decadimento senza precedenti.

Mal governata negli ultimi due anni e mezzo, Castelbuono si sta spegnendo: economicamente (per la situazione economico-finanziario provocato dalla incapacità amministrativa di questa Giunta), politicamente (per le pessime figure che il Sindaco assomma nei consessi sovra comunali) e socialmente (per la continua disgregazione del tessuto socio-economico, figlia della mancanza di politica e di programmazione).

Su quel palco avrebbe dovuto salirci il Sindaco, non il suo TUTOR. Così avrebbe potuto spiegare alla cittadinanza perché non ha fatto il bilancio nei tempi stabiliti dalla legge. Perché non riesce a nominare gli assessori? Perché ha distrutto i servizi sociali. Perché l’ufficio sanatoria non produce? Perché non ha potenziato, come aveva promesso in campagna elettorale, l’Ufficio Tributi? Perché il comando dei Vigili Urbani è al collasso? Ci dovrà dire che fine hanno fatto i bilanci del Museo Civico; di che sonno dorme il Centro Polis e se è ancora esistente il Museo Minà Palumbo. Doveva essere l’anno della rinascita con il Bicentenario ma, da mesi, non si ode nulla. Che fine ha fatto il tavolo tecnico delle Istituzioni culturali? Perché il Castello dei Ventimiglia è abbandonato all’incuria? Come intende operare nella nuova gestione del Piano rifiuti, a maggior ragione ora che la discarica di Mazzarà Sant’Adrea è stata chiusa? Che fine ha fatto il tanto decantato mercato del contadino? Che politiche sovra-comunali per il bene di Castelbuono vuole portare avanti? Avrebbe dovuto chiarire perché, sulla carta del nuovo piano dei rifiuti, sono previsti meno lavoratori e invece, verbalmente, continua a sostenere che nessuno sarà licenziato. Che fine ha fatto l’area artigianale? Dov’è il progetto che Castelbuono in Movimento, in campagna elettorale, aveva per rivalutare il bosco? E molto altro ancora.

Castelbuono è in piena emergenza e da quel palco non è venuta nessuna proposta, e certamente non poteva venire da chi, un ruolo istituzionale non lo ha. Il Sindaco, campione mondiale di scaricabarile,  aspetta sempre che siano gli altri a risolvergli i problemi.

E mentre in tutta Italia la parola che la politica, su più fronti, usa è “Cambiamento”, il Sindaco Tumminello si arrocca pur di stare attaccato alla poltrona.

Una situazione così grave non può essere superata solo girando pagina o ascoltando gli applausi e gli incitamenti provenienti da chi lo ha di fatto commissariato; tutto questo non può servire a perdonare le colpe di un Sindaco che ha ampiamente dimostrato di non avere le doti, le qualità e le capacità per svolgere un ruolo così importante.

Ma ora basta BASTA. Una città non si lascia in balìa delle logiche di apparentamento politico, né la si fa dipendere dal parere di altri che sono al di fuori della “mini” maggioranza.

A questo punto, dato che la cera si sta consumando e la processione non cammina, noi preghiamo il Sindaco di accettare un consiglio fraterno che, riteniamo, possa cambiare il suo destino e quello della nostra bistrattata città.

Consigliamo al sindaco di avere uno scatto di orgoglio; si dimetta e permetta ai castelbuonesi di scegliersi chi li deve governare. Perché giocando a vivacchiare e passando il tempo a turare le falle che si aprono con regolarità impressionante nella “mini” maggioranza che supporta la “mini” Giunta, il Sindaco otterrà un solo risultato: quello di passare alla storia come il peggior Sindaco di sempre. Mentre Castelbuono muore.

 

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