Erice e Palermo: cavallo di ritorno, arrestati due estortori dai carabinieri

FAIJA UMBERTO

Palermo- 13 Agosto 2014

L’8 agosto 2014, un imprenditore trapanese subiva il furto della propria autovettura di grossa cilindrata che aveva parcheggiato con il motore acceso davanti un bar di Erice (TP).

La vittima, dopo aver invano tentato di contattare gli autori del furto telefonando al proprio telefono cellulare che aveva lasciato nell’autovettura, veniva ricontattato dai malviventi che gli intimavano di non sporgere denuncia e gli comunicavano che se avesse voluto rientrare in possesso del veicolo avrebbe dovuto recarsi a Palermo.

L’imprenditore, noncurante dell’intimazione ricevuta, chiamava il 112 e denunciava il fatto ai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo.

Nel corso delle successive telefonate gli ignoti interlocutori precisavano che la restituzione dell’auto sarebbe avvenuta nei pressi di un esercizio commerciale di Viale Regione Siciliana e che in cambio la vittima avrebbe dovuto “far prendere loro un caffè”, lasciando così chiaramente intendere che  avrebbe dovuto consegnare loro del denaro.

Alle ore 21:30 circa, l’imprenditore, accompagnato da due militari in borghese spacciatisi per suoi amici, raggiungeva il luogo dell’appuntamento ove notava che vi era parcheggiata la propria autovettura. Negli istanti successivi veniva avvicinato da due giovani, a bordo di un ciclomotore, che si facevano riconoscere agitando le braccia e mostrando le chiavi dell’auto ed un telefonino. Dopo aver reiterato la richiesta di denaro, i due malviventi venivano immobilizzati e tratti in arresto dagli “amici” dell’imprenditore e da altri militari che nel frattempo avevano provveduto a cinturare la zona.

I due, identificati in Bisiccè Marco palermitano classe 1989, e Faija Umberto palermitano classe 1992, sono accusati di ricettazione e tentata estorsione in concorso. Sottoposti al rito direttissimo presso il Tribunale di Palermo, dopo aver ammesso le proprie responsabilità e la convalida dell’arresto, venivano sottoposti agli arresti domiciliari.

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